George Frideric Handel
La Recensione

Le magie di Alcina

“Alcina”, George Frideric Handel, HWV 34 Accademia Bizantina, Ottavio Dantone

  • Oggi
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  • Giordano Montecchi
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L’Accademia Bizantina è stata fondata a Ravenna nel 1984 dal violinista Carlo Chiarappa. Nel 1996 gli è subentrato Ottavio Dantone che ne è attualmente il direttore al cembalo. La loro sede operativa è a Bagnacavallo, una ventina di chilometri da Ravenna, che, per varie ragioni non solo geografiche, rappresenta lo sbocco più naturale delle loro attività.
Da un paio d’anni la tradizionale Trilogia d’autunno inserita nel cartellone dal Ravenna Festival vede protagonista l’Accademia che quest’anno ha presentato un imponente trittico handeliano: due opere, il meno frequentato Orlando (1733) e uno dei capolavori più celebri di Handel, Alcina (1735); entrambe messe in scena dall’inossidabile Pierluigi Pizzi che a 95 anni suonati ha curato la regia, i costumi naturalmente le scene, un unico impianto scenico “modulabile grazie alle proiezioni su ledwall, un unico “modulabile”. A completare la trilogia l’intramontabile Messiah.
Abbiamo assistito a una recita di Alcina, sfida improba e per la fama, e per la difficoltà, e per le dimensioni di un’opera con la quale Handel intendeva superare non solo se stesso, ma soprattutto la spietata concorrenza già capitalistica a tutti gli effetti nella Londra del 1735.

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