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Canti migranti

di Mattia Pelli

  • Scienze umane e sociali
Canto emigrazione

Una geografia cantata in due puntate in cui si racconta di come le canzoni viaggino - a differenza degli esseri umani - libere nel mondo e di come si facciano strada fino alle nostre orecchie usando l'alfabeto delle emozioni, per il quale nessuno è profugo e tutte e tutti hanno una voce propria, un corpo e qualcosa di importante da raccontare. O meglio: da cantare.

Prima puntata: "Cantami una canzone, mi dirà chi sei"

Le canzoni attraversano il mare: dalla California a Yaoundé, dal Rwanda passando per Kabul, finiscono per arrivare qui da noi, in questo fazzoletto di terra che è l'approdo di tante e tanti che insieme alle loro speranze portano la loro musica, un ritornello che li ha accompagnati nel loro periglio. Quello delle canzoni è un alfabeto che possiamo capire tutti, perchè tutti cantiamo. Mattia Pelli ha deciso di chiedere ad alcuni profughi che risiedono in Svizzera italiana di cantargli una canzone. Ad emergere è allora una geografia cantata fatta di lingue, ritornelli, racconti, che arrivano - spogliati di pregiudizi - alle nostre orecchie emotive e ci interrogano sulla nostra natura di viaggiatori, per scelta o per necessità. Così come viaggiatrici sono le canzoni.

Seconda puntata: "Le parole della mamma"

Hoa, Sarjan, Ruta, Jean e gli altri probabilmente non sanno che anche da qui, dalla Svizzera italiana, in migliaia sono partiti a cercare fortuna. Ad accompagnarli alcune canzoni, alle quali veniva affidato il compito di raccontare la condizione dell'emigrazione. Da Osco all'America e ritorno, passando per Isone, Biasca, la Val Cannobina, Bergamo e tutti i luoghi da dove si partiva, i canti di emigrazione portavano la loro verità. Mattia Pelli l'ha esplorata davanti a un risotto con Guido Pedrojetta, che ha lavorato per lunghi anni presso la cattedra di Letteratura e filologia italiane dell’Università di Friburgo, appassionato di canto popolare, che ci regala perle tratte dal suo archivio di registrazioni inedite raccolte sul campo nelle valli ticinesi. Ad accompagnarci ci sono: lo spirito del grande etnomusicologo Alan Lomax e le note di "Mamma mia dammi cento lire", "Trenta giorni di nave a vapore" e de "l'emigrante" di Vittorio Castelnuovo.

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