La storia del '68 è stata certamente anche una storia di grandi leader, tra questi si staglia il profilo di uno dei più incisivi, universalmente riconosciuti e politicamente longevi. Dalla protesta alla Scala la sera della prima, il 7 dicembre 1968, alle battaglie odierne per i diritti genetici, il pensiero e l’azione di Mario Capanna sembrano infatti non essersi mai arenati. Leader del Movimento Studentesco, segretario di Democrazia Proletaria, dentro e fuori l’arco costituzionale, eurodeputato, scrittore, agricoltore e apicoltore: il suo è il racconto di una vita da attivista che è entrato in tutti i ‘format’ del fare politica e ne è uscito, li ha trasformati o superati. Una vita di scelte di campo e di "riconversioni", come le chiama, senza perdere di vista lo stesso orizzonte di una giustizia sociale ad ogni latitudine. Dalla descrizione di un ‘precariato mondiale’ da combattere all’appello a rompere un ‘silenzio complice’: in una conversazione a bordo di una nave da crociera la sua voce politica per l’oggi.
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