
I mistici dell’Islam
Laser 12.02.2015, 10:00
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Fra gli innumerevoli tentativi d’interpretazione e d’espressione dell’Islam, il sufismo rappresenta la dimensione più profondamente legata alla spiritualità.
Comparsa già sottoforma di semplice ascetismo fra i primi discepoli del profeta Maometto e diffusasi nel mondo islamico a partire dall’XI secolo, questa corrente esoterica è resa celebre in Occidente dagli spettacoli dei “dervisci roteanti” e dagli scritti del poeta e mistico sufi Jalal al-Din Rumi. È proprio la componente artistica quale strumento spirituale a far della frase “Dio è bello e ama la bellezza” il motto imperante di ogni sufi o derviscio: attraverso l’arte, la musica e la poesia gli adepti si impegnano nella costante ricerca dell’estasi divina, raggiunta tradizionalmente attraverso il Dikhr, il loro rituale mistico. Pratiche che si situano però in controtendenza rispetto a quelle comunemente riconosciute, e che in un contesto d’Islam radicale hanno portato la comunità dei sufi ad essere marginalizzata e discriminata, spesso con esiti drammatici.
In questo Laser esploreremo dall’interno la spiritualità e le pratiche della confraternita Jerrahi-Halveti di Milano, alternate alle riflessioni dell’etnomusicologo Giovanni de Zorzi e del domenicano e studioso di Sufismo Alberto Fabio Ambrosio. Scopriremo che, paradossalmente, l’imperversare del fondamentalismo islamico potrebbe aprire nuovi orizzonti al Sufismo quale antidoto alle rigidità del radicalismo religioso e al letteralismo arido e legalistico…