Laser

Ida che prese molte barche ed incontrò l’atomica

di Maria Pia Belloni

  • 08.02.2018, 10:00
La foto mostra la veduta della nube del fungo atomico fotografata dal terreno del bombardamento atomico del 9 agosto 1945 a Nagasaki.

La foto mostra la veduta della nube del fungo atomico fotografata dal terreno del bombardamento atomico del 9 agosto 1945 a Nagasaki.

  • Keystone

LASER
Giovedì 08 febbraio 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35

La sua pelle porta incise le piaghe provocate dalla bomba atomica di Nagasaki, la sua mente da quell’agosto del 1945 lavora per acquisire informazioni sull’origine dei tumori. Ida è sopravvissuta agli effetti mortali dell’atomica per miracolo, così come è sopravvissuta ad altri eventi che l’hanno vista, suo malgrado, protagonista e osservatrice di alcune delle grandi pagine della Storia del Novecento. Ida non ama raccontare di sé, e per sopravvivere ai traumi guarda al passato come dal vagone di un treno che viaggia a bassa velocità. La sua vita è incentrata sull’ascolto e sull’aiuto, e ancora oggi, ultra novantenne, non si può riposare, la sua attività è quella di condividere le paure dei malati di cancro che i medici dell’Ospedale di Santa Cruz le inviano a casa. Ha l’energia di una quindicenne e le persone che la conoscono la chiamano “furetto”, perché è rapida, di mente e di passo, sempre in movimento, tra una chiamata d’aiuto e un invito per un congresso sulla ricerca tumorale. Incontrarla è come salire su di una barca con il mare forza nove.

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