Davvero in età preistorica sono esistite società matriarcali, dalle quali la gerarchia, e la violenza erano bandite? A proporre una rivoluzione che ha suscitato enorme clamore e che ha fecondato gli studi sulla condizione femminile sono stati i lavori dell’archeologa e linguista Marija Gimbutas e dell’antropologa Riane Eisler. Marija Gimbutas, che era lituana naturalizzata statunitense, morì a Los Angeles nel 1994. Studiò l’Europa preistorica e sostenne l’idea che la patria originaria del mondo indoeuropeo fossero le rive del Mar Caspio e le montagne del Caucaso. A lei si deve la cosiddetta ipotesi kurganica, la teoria delle steppe, secondo cui la più antica lingua indoeuropea sarebbe quella parlata dai popoli Kurgan, così chiamati dai loro particolari tumuli funerari.
Riane Eisler è invece una sociologa viennese, che vive negli Stati Uniti, e si è occupata dei modelli evolutivi umani. È considerata la miglior erede di Marija Gimbutas. Ha ipotizzato il succedersi di fasi storiche, in cui il modello della dominanza fondato sull’ordine distruttivo maschile del controllo dall’alto, della gerarchia e della violenza si sarebbe alternato al modello mutuale della partnership, ispirato al rispetto reciproco e alla collaborazione tra i sessi.
Di queste suggestive ipotesi discuteremo con due studiose, che stanno sviluppando nelle battaglie femminili le ipotesi formulate da Riane Eisler e Marija Gimbutas.
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