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"Le brave ragazze vanno in piazza"

Premio Ermiza 2013 - di Michela Sechi

Samira Ibrahim, 25 anni, durante una manifestazione a sostegno dei diritti delle donne al Cairo, martedì 27.12.2011. Un tribunale egiziano ha ordinato di fermare la pratica del "test di verginità" sulle detenute. Ibrahim ha intentato una causa dopo essere stata sottoposta ad un test forzato. (Keystone)

Le brave ragazze vanno in piazza

Laser 20.01.2012, 01:00





”Le brave ragazze vanno in piazza”, servizio radiofonico di Michela Sechi della RSI ReteDue, ha vinto la seconda edizione del Premio Ermiza per le Pari opportunità nei media Radio e TV della Svizzera italiana.
Molti egiziani hanno ammirato il loro esercito per il ruolo “neutrale” assunto durante la rivoluzione del 25 gennaio 2011. Invece di sparare sulla folla, come è avvenuto in Siria o in Libia, i militari egiziani hanno voltato le spalle al dittatore, rendendo possibile il suo arresto. Oggi però, dopo mesi di governo militare, l'immagine dell'esercito egiziano si è incrinata. Le proteste in piazza Tahrir sono state represse con la forza, lasciando sul terreno decine di morti e centinaia di feriti. E non è ancora chiuso il caso del “test di verginità” compiuto dai militari su alcune manifestanti arrestate la scorsa primavera. “Le brave ragazze, le figlie di famiglie per bene, stanno a casa, non vanno in piazza” aveva detto un generale. Forse per questo i militari hanno deciso di controllare in caserma la “virtù” delle manifestanti? A fine dicembre c'è stata una prima sentenza che proibisce in futuro il “test di verginità”. Ma a oggi, nessuna delle donne vittime di questo abuso sessuale ha ottenuto scuse, o risarcimenti, o giustizia. Anzi: sono state loro a subire condanne in tribunale. Rasha Ali, una ragazza di piazza Tahrir, ci racconta quello che ha passato il giorno che i militari l'hanno arrestata. E spiega perché non si vuole arrendere.

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