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Orazio Antinori: un esploratore scienziato

di Elisabetta Jankovic e Raffaele Masto

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Orazio Antinori: un esploratore scienziato

Laser 11.02.2014, 01:00





Alla fine dell'ottocento la neo-nata nazione italiana voleva seguire l'esempio delle grandi potenze. Era l'unico paese europeo senza un impero coloniale e, in Africa, l'unico territorio a non essere sotto il controllo di Inghilterra o Francia era l'altopiano etiopico: il regno del Negus. Mentre militari e politici tentarono, senza successo, di conquistarlo e sottometterlo, Orazio Antinori chiese al Re dei Re, Menelik, una porzione di quell'altopiano per studiarne la fauna e la flora e per farne un avamposto scientifico in un continente ancora sconosciuto. Il “selvaggio” Menelik accettò e Orazio Antinori, primo esploratore scienziato, ottenne ciò che con la forza – la battaglia di Adua è di questi tempi - l'Italia non era riuscita ad ottenere. Orazio Antinori, che rifornì di esemplari e piante rare i musei europei e le raccolte private, morì sull'altopiano etiopico e fu sepolto dalle popolazioni locali, all'ombra di un grande Sicomoro.
Angelo Del Boca, autorevole studioso del colonialismo italiano e autore di numerosi libri di storia sull'argomento, ricostruisce questo personaggio anomalo dell'epopea delle esplorazioni africane quasi con affetto, raccontando episodi poco conosciuti della sua vita. Tra gli altri quello dell'incontro di Antinori con il Negus. L'esploratore italiano fu uno dei pochi europei che lo incontrò e lo descrisse con accenti ammirati definendolo acuto e intelligente, in contrasto con quella che era l'immagine corrente dell'imperatore etiopico.

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