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Storie di architettura

Incontro con Michele De Lucchi, di Antonio Ria

  • 04.07.2016, 11:00
iStock_Colonna architettonica, Architettura, Luogo d'interesse internazionale, Marmo, Colonnato
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Da lunedì 04 a martedì 05 luglio 2016 alle 09:00
Replica alle 22:35

Il duplice incontro con Michele De Lucchi avviene in un momento di grande attività e di grande successo internazionale per l’architetto italiano, che proprio di recente ha raccolto nel bel libro “Storie di architettura”, pubblicato con Skira, i concetti, i pensieri, le memorie e le esperienze personali che poi si trasformano in architetture, che possono essere grandi edifici o modelli di legno. Nei due incontri, De Lucchi racconta l’idea che è alla base dell’opera, per cercare di metterla a disposizione degli altri, per «farla uscire dal momento privato della creazione e farne dono al pubblico». In questo modo il progetto diventa di tutti: «così tutti possono riflettere e giudicare». I progetti per De Lucchi non sono «bei disegni, elaborati modelli, raffinati abbinamenti di materiali, eleganti combinazioni di colore. Sono prima di tutto concetti, e poi storie da raccontare». Michele De Lucchi, nato a Ferrara nel 1951, è stato protagonista delle avanguardie di architettura e design sin dagli anni Settanta. Ha disegnato lampade e arredi, ha progettato musei e ambienti di lavoro per le più importanti aziende italiane ed europee; ha curato allestimenti espositivi in Italia e nel mondo. È professore ordinario per chiara fama e insegna al Politecnico di Milano. Ma egli è estraneo ai tecnicismi e con passione presenta la sua personale e originalissima visione, non solo dell’architettura come professione, ma il progettare e costruire innanzi tutto come esperienza umana. Sia che racconti il recentissimo allestimento della “Pietà Rondanini” di Michelangelo a Milano o che parli della sua passione per il legno, il suo intento è sempre quello di trasmettere la convinzione che «tutte le necessità nascono da un desiderio, fondamentale per alimentare la voglia di sperimentare e conoscere».

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