LASER
Giovedì 05 aprile 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35
Dire Borneo è suscitare l’eco dei libri di Emilio Salgari: Sandokan, i tigrotti della Malesia e le orge dei tagliatori di teste Daiaki. Qui, dove la ricchezza della natura è travolgente, è anche possibile andare a trovare alcuni nostri parenti stretti, cioè gli oranghi, che sono davvero molto simili a noi. I primatologi sostengono che questi meravigliosi scimmioni rossicci sanno elaborare e tramandare cultura, come fa homo sapiens. Non solo, hanno sviluppato per primi comportamenti sociali che di fatto ne fanno addirittura i precursori della morale umana. Incontrare un orango è commovente, assistere alle sue spericolate acrobazie tra le fronde è il momento clou di ogni visita turistica in Malesia. Purtroppo incendi immensi stanno devastando la foresta tropicale. I roghi soffocano gli animali e ammorbano l’ambiente, con volute di fumo visibili persino dalle stazioni spaziali. La sopravvivenza dell’orango è gravemente minacciata dalla deforestazione, di cui sono responsabili le industrie del legname e le piantagioni di palme da olio. Fermare le ruspe è difficile e pericoloso, come insegnano gli indigeni Penan e la drammatica storia dell’attivista svizzero Bruno Manser, misteriosamente scomparso nel 2005.Antropologia, musica, ecologia, letteratura. La storia e la cultura degli oranghi del Borneo ci parlano inevitabilmente del nostro rapporto con la giungla: uomini che la sognano e uomini che la rapinano. La responsabilità è tutta nostra: se è vero che al mondo per un orango ci sono centomila homo sapiens, siamo noi ad avere in mano le sorti di questi nostri cugini, e dell’intero Pianeta.
Voce narrante: Giusi Ferrari.
Si ringrazia Filmkollektiv di Zurigo, produttori di "Bruno Manser - Laki Penan".