Il Congresso di Vienna è stato spesso descritto come un tentativo di restaurare integralmente il mondo dell’Antico regime, cancellando gli effetti della Rivoluzione francese e dell’età napoleonica; dunque un progetto anacronistico e destinato al fallimento, per l’evidente impossibilità di riportare indietro l’orologio della storia.
Nella realtà il Congresso di Vienna fu molto più di questo, spiega Vittorio Criscuolo. Nello sforzo di creare uno stabile equilibrio tra le diverse potenze, i negoziatori ridisegnarono i confini e le regole dell’intero continente europeo, premessa a una pace duratura. Inoltre mostrarono realismo e moderazione nelle loro richieste, favorendo ragionevoli compromessi. Per questo in tempi recenti il giudizio degli storici sul Congresso di Vienna ha cambiato di segno, come sostiene Arianna Arisi Rota. Per la stessa ragione il Congresso di Vienna può offrire insegnamenti preziosi anche per il nostro tempo. E se è vero che feste, balli e spettacoli furono numerosi, molto si lavorò dietro le quinte; inoltre questa intensa vita mondana favorì l’affermazione di una più moderna cultura musicale e di nuove danze, a cominciare dal valzer, da questo momento indissolubilmente associato alla capitale austriaca, secondo Fabio Mòllica.
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