libro e sangue
Moby Dick

Il pulp, i cannibali e gli anni ’90

Con Aldo Nove e Marino Sinibaldi

  • 06.12.2025
  • 1 h e 21 min
  • Francesca Rodesino
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Nel 1996, per Einaudi, uscì Gioventù cannibale, un’antologia di racconti caratterizzati da un linguaggio crudo e violento, che terremotò l’editoria italiana. Tra gli autori, Niccolò Ammaniti, Alda Teodorani, Aldo Nove, Tiziano Scarpa e Daniele Luttazzi. Era una raccolta che catturava la gioventù del decennio in un atto di cannibalizzazione dei nuovi scenari sociali: un mondo saturato da media, pubblicità, tecnologia, film di genere, fumetti e tante merci, che nella scrittura dei “cannibali” si ritrovava amalgamato con abbondante sangue. Un movimento che è stato raccontato in un recente documentario di Hilary Tiscione, scritto insieme ad Aldo Nove.

Daniele Luttazzi parla di “Gioventù cannibale” come di un’antologia profetica, infatti « dopo qualche mese, l’Italia conobbe i casi del mostro di Firenze, del serial killer ligure, di Erika e Omar, dei satanisti lombardi ecc. Gli artisti hanno le antenne e sentono in anticipo quello che sta per arrivare».

A quasi trent’anni dall’uscita dell’antologia cannibale, in questa puntata torneremo a interrogare questo fenomeno letterario, che rappresentò un punto di rottura nella letteratura italiana del periodo: come mai questa antologia emerse proprio in quel decennio? Che genere di svolta nell’immaginario produsse? Con quali modelli culturali dialogava? E ancora, che tipo di violenza veniva rappresentata nei racconti “cannibali”? Tenendo conto del fatto che c’era una frase che circolava all’epoca, come una specie di ritornello: “Un racconto di Ammaniti non è più violento di una serata su canale 5”.

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