Martha Argerich in giuria al Concorso Chopin di Varsavia, 1980.
Nato nel 1958 a Belgrado, Ivo Pogorelić aveva raggiunto Mosca all’età di 11 anni per studiare alla Scuola Centrale di Musica. Nella primavera del 1980 passa l’esame finale del Conservatorio di Mosca, diploma a lungo sospirato, che lo fa arrivare in ritardo, ultimo tra i sessanta e più partecipanti al Concorso Internazionale di Montréal, in Canada. Al momento del sorteggio dell’ordine d’entrata in scena dei concorrenti, ad Ivo tocca il numero 1: «Of course!», è il suo laconico commento. Il resto fa parte della piccola storia musicale di quegli anni: un pubblico in delirio, una giuria incantata, il premio speciale d’interpretazione d’un opera contemporanea studiata in una settimana, e «of course» un unanime Primo Premio.
Tre giorni più tardi lo troviamo a New York, conteso da quattro dei più importanti agenti artistici degli Stati Uniti, uno dei quali gli dice: «Lei sarà, come Rudolf Nurejev e Maria Callas, una leggenda! Io mi occupo della carriera di Barišnikov; lasci che mi occupi anche della sua!». Segue stretta di mano: contratto a buon fine. Il prossimo appuntamento sarà in Polonia, tre mesi più tardi, al Concorso Internazionale Chopin di Varsavia.
E questo sarà uno scandalo memorabile: un comitato sovietico elimina il candidato jugoslavo prima ancora della finale, e Martha Argerich, membro della giuria, dimissiona rumorosamente per protestare contro questa flagrante ingiustizia. La carriera di Pogorelić è così lanciata più che se avesse vinto il Primo Premio: contratto con la Deutsche Grammophon, registrazioni che vanno a ruba, e inviti delle più prestigiose istituzioni musicali del pianeta. Residenza principale: Londra; case di vacanza a Zagabria e a Dubrovnik. Roberto Corrent l’aveva incontrato nel 2005 a Lugano.
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