Poco più di un anno fa, a Rete Due, ci siamo posti la domanda di come tornare a parlare di lingua italiana con cadenza regolare. Ce lo chiedevate in tanti, evocando i tempi gloriosi della “Costa dei Barbari” – storico programma sulla lingua italiana che tutti ancora ricordiamo con affetto. Con quell’illustre predecessore nel cuore abbiamo allora ragionato su come parlare di italiano al pubblico del ventunesimo secolo.
La nostra lingua è in costante mutamento, e lo è da sempre: si trasforma, scava, ondeggia, fagocita, digerisce, rimastica e sputa. Assorbe pezzi di altre lingue, li italianizza, se ne appropria. E a sua volta dissemina suoi pezzi all’interno di altre lingue, in una continua impollinazione incrociata che contamina il parlare quotidiano, la scrittura, la letteratura e ogni forma di comunicazione.
È sempre stato così, eppure non è mai stato così.
Perché la lingua muta anche al mutare del modo in cui comunichiamo: e sappiamo tutti quanto questo sia cambiato come mai prima, negli ultimi vent’anni. Oggi, che ciascuno di noi ha in tasca un microfono con cui parlare con tutto il mondo, o una penna, o una macchina da scrivere con cui scrivere a tutto il mondo, anche la lingua si adegua rapidamente alle possibilità offerte dalla tecnologia. Giusto e sbagliato, in un mondo che cambia così in fretta, sono concetti troppo liquidi per essere fissati in un sistema di regole rigide.
E allora come fare? Come parlarne? Abbiamo scommesso su un approccio scanzonato, che si prendesse poco sul serio e parlasse del bello e del brutto della lingua italiana, più che di giusto o sbagliato; mettendo a confronto l’amore per l’italiano di Andrea “poliziotto buono” Fazioli, con il fastidio per la sciatteria linguistica di cui Marco “poliziotto cattivo” Pagani non riesce a liberarsi.
Questa scommessa ha originato una rubrica settimanale, che va in onda ogni lunedì mattina alle 11.30 all’interno di Alphaville. Rubrica che sta avendo un tale successo presso di voi, del nostro pubblico, da averci convinto a dedicarle una pagina ad hoc del nostro sito.
Che altro dire?
Che ne siamo felici, e ve ne siamo grati.
Grazie, e buon ascolto!