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Voci dipinte

Arma di costruzione di massa? 

Il cemento armato e la nascita della modernità

  • Courtesy: Barbara Galimberti Archives de la construction moderne – EPFL, Fondo Jean Tschumi
  • 11.2.2024
  • 56 min
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  • Arte e spettacoli
Di: Cristiana Coletti

Nel 1855 l’inventore Joseph-Louis Lambot presentò all’Esposizione mondiale di Parigi un oggetto bizzarro: una barchetta che sembrava fatta di pietra. In realtà si trattava di una barca di malta con uno scheletro di ferro in grado di galleggiare sull’acqua. L’invenzione passò pressocché inosservata. Ma allora perché ancora oggi si parla di questo strano oggetto?

Depositando il brevetto del ferciment, ferrocemento – così si chiamava il processo di costruzione da lui inventato – Lambot diede di fatto vita al principio del cemento armato. Un materiale destinato a plasmare la modernità e che ha influenzato artisti ed architetti cambiando il volto delle nostre città e dei paesaggi. Ma fino a che punto il cemento può essere considerato uno strumento efficace ed un simbolo di progresso e sviluppo?

Una risposta possiamo trovarla nel libro di Anselm Jappe Cemento. Arma di costruzione di massa (Elèuthera).

Gli ospiti: Anselm Jappe, filosofo e docente di estetica all’Accademia di Belle Arti di Roma e Salvatore Aprea, architetto, storico dell’architettura, Direttore degli Archives de la Construction Moderne del Politecnico federale di Losanna.

L’inserto della settimana ci porta alla Fondazione Bally, Lugano, dove è in corso fino al 28 aprile “Sometimes we are eternal”, la mostra personale della giovane artista saudi-americana Sarah Brahim. Ne parliamo con la curatrice e direttrice della Fondazione Bally Vittoria Matarrese.

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