"Guai all’artista che considera l’arte sua soltanto come un mezzo di lucro, e l’abbassa al livello di una semplice manualità! Guai se la fa piegare ai capricci della moda!" così Vincenzo Vela esortava i suoi studenti all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino dove insegnava scultura dal 1856. Ne aveva fatto di strada il ragazzo che aveva cominciato a lavorare come scalpellino nelle cave di Besazio e di Viggiù. Il bicentenario della nascita dell’artista di Ligornetto è l’occasione per ripercorrerne la vita contraddistinta dalla passione politica e per scoprire la carica innovativa della sua opera
Ospiti di Voci dipinte Gianna Mina, direttrice del Museo Vincenzo Vela, e lo storico dell’arte Giorgio Zanchetti.
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