Rock e canzone d’autore: fino ad allora considerati due poli musicali opposti trovano, per la prima volta, un punto d’incontro in un uomo dagli occhiali rossi che risponde al nome di Ivan Graziani. Talento smisurato e anomalo, dimenticato da alcuni, sottovalutato da altri, straordinario chitarrista, lascia questo mondo il primo giorno di gennaio del 1997, a soli cinquantuno anni.
Da sempre seguace di un’idea di libertà totale, spesso in contrasto con il mondo della discografia che segue tutt’altre regole, l’artista di Teramo ha esplorato con le sue splendide canzoni, temi come l’ingiustizia, la diversità, la morte, fisica e mentale, il sesso e l’amore con una cifra stilistica personalissima e inconfondibile.
Claudio Farinone e Giovanni Conti lo raccontano assieme due voci eccellenti: il figlio Filippo Graziani, performer carismatico e creativo che da molto tempo si dedica a diffondere l’eredità musicale del padre, e il giornalista e critico Andrea Scanzi, grande conoscitore della sua opera che, in uno dei tanti suoi spettacoli, racconta Ivan Graziani, proprio assieme al figlio Filippo.
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