Gli atti di razzismo in Svizzera colpiscono in maggioranza persone di colore
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Parole di troppo

Il razzismo (verbale) è ormai sdoganato?

  • Keystone
  • 14.11.2018
  • 38 min
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L’ultimo episodio è di pochi giorni orsono ed ha visto come protagonista l’avvocato e consigliere comunale UDC di Bellinzona, Tuto Rossi: in un video invita i bleniesi “retrogradi” a “mischiarsi con i richiedenti l’asilo” (da lui definiti “negri”). Dell’episodio si occuperà la commissione disciplinare dell’UDC ticinese mentre il diretto interessato si difende affermando che “era solo una parodia… sono vaccinato contro il razzismo…”.

Al di là di questa sortita, più o meno felice, ritorna alla luce un tema già apparso in passato a più riprese: quello della banalizzazione del discorso razzista, o più in generale discriminante. Oggi dobbiamo parlare di una tendenza alla banalizzazione di questo genere di affermazioni, in campo politico e sociale? In Ticino gli esempi non mancano ma le polemiche non toccano soltanto il sud delle alpi.

Ne discutiamo con:

Attilio Cometta, Responsabile del servizio per l’integrazione degli stranieri, Canton Ticino;

Federico Faloppa, sociolinguista, Università Reading, autore del libro “Razzisti a parole (per tacere dei fatti)”;

Oskar Freysinger, già vice-presidente dell’UDC svizzera;

Nenad Stojanovic, politologo all’Università di Ginevra, membro della Commissione federale contro il razzismo.

Intervista registrata a Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi e direttore responsabile de Il Mattino della Domenica.

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