È stato un pomeriggio quasi surreale quello vissuto nella capitale federale statunitense con centinaia di manifestanti pro-Trump che hanno preso d’assalto l’edificio del Congresso a Washington, dove i deputati e i senatori americani si trovavano riuniti in seduta plenaria per certificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali.

La miccia è stata di fatto innescata poco prima dallo stesso presidente Donald Trump, il quale, durante un comizio davanti a diverse migliaia di persone, ha più volte ripetuto che la vittoria di Biden così come quella dei due neoeletti senatori democratici dello stato della Georgia, era il frutto dell’inganno e della frode. Trump ha affermato ancora che “non accetterà mai questo risultato” e che “gli americani hanno tutto il diritto di conoscere la verità”. Ha quindi esortato il suo vice, Mike Pence, a non accettare il conteggio dei voti in diversi Stati.

Durante il dibattito al Congresso diversi sostenitori di Trump (alcuni armati) sono riusciti a sfondare il cordone di polizia e ad entrare nel Congresso provocando la sospensione dei lavori per 4 ore. Una donna, colpita da un proiettile è deceduta, mentre la sindaca di Washington, Muriel Bowser, ha imposto il coprifuoco in tutta la città a partire dalle 18 e la guardia nazionale, la principale forza militare di riservisti americana, è stata attivata a sostegno della polizia.

Con molto ritardo, anche Donald Trump ha pubblicato un video su Twitter ribadendo che le elezioni sarebbero state «rubate» e dicendo ai golpisti: «Vi vogliamo bene» prima di invitarli ad andare a casa pacificamente.

Per fare il punto di questa travagliata pagina della storia americana intervengono:

Emiliano Bos, Corrispondente RSI a Washington;

Mario Del Pero, Professore a Sciences Po di Parigi;

Federico Romero, Professore di storia internazionale all’Istituto universitario europeo di Firenze;

Costanza Sciubba, Direttrice dell’Istituto di Geopolitica Digitale alla Harvard Kennedy School (HKS) negli USA.

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