È in aumento da qualche anno il ricorso a cure psichiatriche per i minori. Dal ritiro sociale alla depressione, dai comportamenti ossessivo-compulsivi gravi alle crisi d’ansia generalizzata, che sempre più si accompagna ad altri campanelli d’allarme come autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare, fino ai tentativi di suicidio. E se la pandemia è stato indubbiamente un detonatore, smascherando le grandi contraddizioni della nostra società e rendendo più diffusa l’angoscia di morte - la gravità della situazione non è una novità. In una società in cui i ragazzi faticano a intravedere un futuro, sempre più competitiva, pervasa da modelli di identificazione massmediatici contraddittori, e che richiede successo, fama, e bellezza, le ricadute sullo sviluppo o la riduzione dell’autostima sono forti, e la fragilità paga un caro prezzo. E se alcuni dei disagi psichici adolescenziali se ne vanno da soli, altri richiedono una presa a carico specialistica. Il piccolo reparto di pedopsichiatria allestito provvisoriamente all’Ospedale Civico di Lugano nel 2020 resta insufficiente nel far fronte alle richieste. E mentre la nuova Unità di cura integrata per minorenni, da tempo sul tavolo del Dipartimento sanità e socialità, è in fase di realizzazione – una vera e propria unità di cure pedopsichiatriche con un’equipe multidisciplinare altamente specializzata in grado di rispondere al meglio – le strutture si trovano in difficoltà, i servizi sociali sono carichi, e così i Centri educativi per minorenni (CEM), sebbene negli ultimi anni i vari settori di protezione abbiano compiuto notevoli sforzi per cercare di rispondere sempre più ai bisogni emergenti dei giovani e rispettive famiglie. La sfida del disagio sociale oggi chiama le diverse forze in campo e chiede di fare rete. In che modo?
Ne parliamo con la psicoterapeuta Ornella Manzocchi (SUPSI); Mario Ferrarini, Direttore della Fondazione Vanoni; Marco Galli, Responsabile dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG); Tessa Pidò (OSC) pedopsichiatra e Capo servizio SMP Sopraceneri Locarno e Bellinzona; Carlotta De Pasquale (OSC) Capoclinica psichiatra e psicoterapeuta dell'infanzia e adolescenza presso EOC Lugano.
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