Uomo su sedia a rotelle cerca di salire le scale, handicap, invalidi
La consulenza

Barriere architettoniche e disabilità: a che punto siamo e cosa rimane da fare?

  • 19.06.2025
  • 56 min
  • Antonio Bolzani
  • i-Stock

Quando si parla di barriere architettoniche vale la pena ricordare che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le persone con una qualche forma di disabilità sono oltre un miliardo e rappresentano il 15% della popolazione mondiale. Le cifre indicano circa un miliardo di disabili nel mondo; 80 milioni in Europa; 1,6 milioni in Svizzera; e 50’000 in Ticino. Il tema odierno riguarda proprio le persone con disabilità confrontate -ancora!- con le barriere architettoniche: a che punto siamo? Perché è sempre più importante progettare con -e non per!- le persone disabili? In sintesi, occorre pensare prima a delle soluzioni e non adeguarle dopo. Va ricordato che, secondo quanto indicano gli esperti, nel corso degli anni c’è stato un miglioramento verso la comprensione dei problemi connessi alla disabilità così come è aumentato l’impegno per garantire la dignità, i diritti e il benessere delle persone con disabilità, ma c’è ancora parecchio da realizzare nonostante un cambiamento di mentalità e gli sforzi e gli investimenti fatti dagli enti pubblici e dai privati. Creare un Ticino per tutti/e e permettere a ogni persona di accedere alle offerte, ai servizi e alle strutture del Cantone è uno degli scopi principali dell’associazione Inclusione Andicap Ticino, presente con una sua rappresentante oggi in studio con noi. La libertà di movimento è infatti un pilastro essenziale nella vita di ognuno di noi, un diritto che ci consente di raggiungere l’autonomia. Il servizio di Inclusione Andicap Ticino, oltre a offrire consulenza a professionisti e a privati, aggiorna l’elenco degli stabili accessibili e realizza dei progetti che promuovono l’accessibilità. Le basi giuridiche sono chiare: ad esempio l’articolo 30 della Legge edilizia cantonale prevede che gli edifici pubblici o aperti al pubblico (bar, ristoranti, alberghi, negozi, luoghi di svago, ecc.) devono tenere conto della possibilità di accesso anche da parte di persone con disabilità. Inoltre, la Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili (LDis) impone l’accessibilità anche agli stabili plurifamiliari con più di otto unità abitative e agli edifici con più di 50 posti di lavoro. Per entrambe le disposizioni fa stato la Norma SIA 500. Ma dove si riscontrano le maggiori difficoltà? Di che tipo e genere sono e dove si riscontrano più frequentemente gli ostacoli che rendono difficili e limitano gli spostamenti dei disabili o che impediscono la fruizione di servizi? Quando si progetta un’infrastruttura o un’opera -privata o pubblica- vengono consultate le associazioni che si occupano dell’inclusione delle persone con andicap? Sui trasporti pubblici i conducenti e, più in generale, il personale sono sensibilizzati, formati e in grado di aiutare coloro che hanno bisogno di salire e di scendere da un mezzo? Le persone con disabilità vorrebbero raggiungere il maggior livello di indipendenza e autonomia possibile e taluni, infastiditi dal dover chiedere sempre aiuto a terze persone, evitano quindi direttamente di uscire o di recarsi in determinati luoghi in cui sanno che non possono muoversi liberamente. Proprio sull’autonomia negli spostamenti, sull’indipendenza nella mobilità e sulle soluzioni architettoniche per aumentare l’accessibilità negli spazi altrimenti preclusi alle persone con disabilità ci soffermiamo nella puntata odierna della consulenza.

È ospite:
Arch. Caterina Cavo, responsabile dell’Ufficio barriere architettoniche di “Inclusione andicap Ticino”

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