Il presidente Thomas Bach insiste sul fatto che il "CIO non è un governo mondiale" dotato del potere di regolare le controversie che hanno caratterizzato la strada verso le Olimpiadi di Sochi. Secondo l'uomo forte del movimento olimpico anche se l'istanza suprema dello sport non può imporre le proprie regole a uno Stato sovrano, permette almeno di mostrare l'esempio di una società pacifica e aperta a tutti.
Corruzione, disastri ecologici, discriminazione e condizioni disumane di lavoro per i lavoratori immigrati. A sette anni di distanza dall'assegnazione dei Giochi a Sochi Bach è convinto che la Russia meriti ancora questo evento perché "questo genere di discussioni mostrano la pertinenza delle Olimpiadi e l'attenzione che queste attirano sui paesi ospitanti. Inoltre si può capire anche quali sono le possibilità e i limiti del CIO. Sotto la nostra responsabilità è che venga applicata la carta olimpica per ogni partecipante. E da questo punto di vista abbiamo ricevuto le assicurazioni del governo".
Sul fatto che la Russia avrebbe già violato la carta dei diritti dell'uomo, il presidente annota che "noi non possiamo imporre nulla a un parlamento che vota le proprie leggi. La gente pensa che possiamo risolvere ogni problema, anche quelli che politici e ONG non riescono ad appianare da anni. Noi facciamo rispettare la carta olimpica che mostra come si può vivere pacificamente tutti insieme".