da Budapest Igor Nastic
Eventi come i Campionati Mondiali permettono al paese ospitante di mostrare il meglio di sé in termini di efficienza. E così, polverizzando le attese, è sorta la Duna Aréna, progettata da Marcell Ferenc e costruita tra il 2015 e il 2017. L'enorme complesso ospiterà fino a 13'000 persone attorno ad un rettangolo lungo 50 metri e “tagliato” da corsie immerse nell'acqua sterilizzata dal cloro. Verranno sicuramente ritoccati alcuni record del mondo e si vivranno intense emozioni.
Mentre migliaia di cronisti racconteranno le imprese di chi ha preparato minuziosamente questo appuntamento, a poche decine di metri dai riflettori del nuoto mondiale, nessuno racconterà quanto accade nella corsia 9. Un luogo misterioso dedicato ai sognatori, agli apolidi e agli indisciplinati. Ci si può liberamente tuffare dai bordi, non ci sono corsie e il tempo è sospeso, mica severamente scandito da cronometri. Nessun confronto e nessuna prestazione da elogiare. Da qualche parte, lungo la corsia 9, c'è un'orchestra gitana che accompagna traiettorie spontanee. Ha un'origine misteriosa, lunga quasi tremila chilometri e testimone della storia dell'est europeo. Ha però un nome molto importante: Danubio.
Senza chiedere il permesso è stato preso in prestito per nominare l'attuale tempio del nuoto mondiale.