Dall'inviato a Vancouver Severino Piacquadio
Può la scelta di utilizzare erba artificiale diventare motivo per lanciare accuse di discriminazione? In Canada, sì. Come noto il Mondiale femminile si disputerà su campi in erba sintetica. Scelta presa già al momento della designazione avvenuta nel decennio scorso. Eppure solo ora, a ridosso dell'inizio della rassegna, il tema viene messo sul tavolo della discussione. Le 50 sfumature di verde non piacciono a quelli che vorrebbero il colore e l'odore dell'erba tradizionale. Giocatrici comprese, a quanto pare. Le loro voci si sono levate attraverso le rappresentanti locali, le leader della Nazionale canadese.
In sostanza: l'erba artificiale non permette di giocare sfruttando appieno le proprie caratteristiche tecniche e fisiche. Si denunciano rischi superiori di infortunio. Si evoca l'unicità di un Mondiale giocato sul sintetico come elemento di discriminazione verso le calciatrici. Giudizi artificiali, come l'erba appunto. Non si giudica da questi particolari l'affermazione del calcio femminile. Assodata, sdoganata, certificata dal successo di pubblico che la manifestazione già garantisce prima ancora che sabato a mezzanotte (ora svizzera) sia dato il calcio d'inizio a Edmonton alla partita inaugurale tra Canada e Cina.
La verità è che in quattro dei sei stadi dove si giocherà la rassegna mondiale, il terreno originale era già in erba sintetica. Un solo campo, quello dello stadio di Moncton, è stato modificato sradicando l'erba tradizionale a vantaggio di quella artificiale. Dunque, la polemica appare sterile. Finta. Come l'erba che verrà calpestata nelle prossime 4 settimane.