Il match di domenica tra Zurigo e Lugano ha evidenziato un importante divario tra le due formazioni. E non parliamo di gioco, di tattica o di tecnica. Bensì dell'impiego di giovani talenti. Se da parte zurighese vi era tra campo e panchina almeno una mezza dozzina di giocatori nati tra il 1998 e il 2002, tutti provenienti dal settore giovanile, la compagine di Jacobacci poteva contare sul solo Guidotti, peraltro relegato in panchina.
Una situazione che solleva l'annosa discussione legata all'utilizzo dei giovani ticinesi nelle nostre squadre professionistiche. "Lo Zurigo è una società che fa anche acquisti per il proprio settore giovanile, come Ragic che arriva dal Servette - prova a spiegare a Rete Uno Sport Massimo Immersi, direttore Team Ticino - Cosa che invece il Lugano non fa. Poi va anche detto che dal Team Ticino sono usciti dei giovani, ma sono partiti. È il caso di Arigoni e Morandi, attualmente titolari al Grasshopper, poi ci sono due ragazzi nati nel 2001, Leo e Vlasenko, che fanno parte della Primavera della Juventus e si sono distinti anche nella Youth League. Senza contare altri ragazzi impegnati in altre squadre come Chiasso o Lucerna. I giovani ci sono...".
Bisogna avere il coraggio e la volontà di puntare sui giovani, sapendo che non è sempre tutto rose e fiori
Massimo Immersi
Insomma, è necessario volerlo e crederci. "Quando ci si gioca la salvezza è un po' più complicato rispetto a chi fa campionati di vertice, in cui vi è forse meno pressione - continua Immersi - Ad ogni modo i giocatori partiti per la Juventus, ad esempio, restano in orbita Lugano. E quindi spero, come direttore del Team Ticino, di rivederli presto a Cornaredo a giocare in Super League. Comunque sono cose che vanno programmate, e poi ci vuole la pazienza di farli crescere, perché la qualità c'è".
Il servizio con Massimo Immersi (Rete Uno Sport 30.06.2020, 12h30)
RSI Sport 30.06.2020, 15:06
Contenuto audio
SL, il servizio su Zurigo - Lugano (La Domenica Sportiva, 28.06.2020)
RSI Sport 28.06.2020, 21:04