Dall'inviato a Natal Omar Gargantini
Si sa che farà caldo e che ad eccezione di un paio di città giù al sud, giocare di (primo!) pomeriggio è un’autentica follia che va contro natura e che molto probabilmente inciderà – al ribasso – sulle prestazioni e quindi sullo spettacolo. A vidimarla, e chi sennò, esigenze televisive di prime time europeo. Si sa anche che per chi ne avrà l’opportunità, in tempo e denaro, il Brasile offrirà spettacoli paesaggistici straordinari un po’ ovunque che val davvero la pena di inserire in agenda.
Quel che va scoperto e verificato e che quindi si teme, è la risposta dei brasiliani all’evento. L’onda lunga delle proteste di massa della Confederation Cup 2013 è lungi dall’essersi esaurita: il governo, tra l’altro in netta perdita di consensi, ha fatto le cose in grande per garantire la sicurezza e la radicalizzazione del fenomeno che si è intestardito a puntare anche o soprattutto contro il calcio e la Seleçao (un sacrilegio da queste parti!) lo hanno un po’ raffreddato: ma sarebbe ingenuo e sbagliato pensare che il malcontento lascerà come per incanto spazio alla gioia. Troppe cose qui non vanno: è bastato il breve tragitto dall’aeroporto di Fortaleza a Beira Mar dove alloggiamo per rendersene conto. Case fatiscenti, inviti espliciti a non uscire dai luoghi turistici e via dicendo.
“Alla fine però i brasiliani si faranno contagiare dal Mondiale e dai successi della squadra di casa. Anche nell’euforia ci si attrezza all’ultimo momento: è insito nella nostra cultura arrivare sempre sui titoli di coda”, spiegava ieri in un’interessante intervista il sociologo Mauricio Murad a corollario di un lungo ed inevitabile discorso sui ritardi nella costruzione di stadi e arterie (auto)stradali.
Può anche darsi, ma per il momento, almeno qui al Nord Est, dove oltretutto c’è meno scetticismo a prescidere rispetto a Rio, San Paolo e Brasilia, segnali di un’attesa spasmodica non ne abbiamo ancora visti. Poche bandiere sui terrazzi, poca gente con addosso la maglia della Seleçao. Ma da questo pomeriggio tutto potrebbe cambiare: la sfida con la Croazia sarà già un crocevia molto indicativo anche in questo senso.
Il servizio di Omar Gargantini sui Mondiali (Rete Uno Sport 12.06.2014 12h45)
RSI Sport 12.06.2014, 14:50
Contenuto audio
Il servizio del Telegiornale sullo sciopero degli aeroporti (Telegiornale 12.06.2014, 12h30)
RSI Sport 12.06.2014, 13:20