Calcio - Qualificazioni Mondiali

Graham Potter, il visionario diventato perdente

Il 50enne inglese, dopo due esoneri, riparte dove tutto è nato: la “sua” Svezia

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Nuova avventura

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Di: Gianluca Pusterla 

Il recente passato di Graham Potter parla chiaro: un lento declino. In pochi anni l’etichetta di tecnico innovatore si è trasformata in quella di allenatore perdente, incapace di invertire la rotta quando le cose si complicano. Al Chelsea lo hanno voluto a tutti i costi: per lui hanno messo sul tavolo del Brighton 20 milioni di franchi d’indennizzo nel 2022. Il risultato, però, è stato deludente. Il gioco non aveva né brillantezza né efficacia. Dopo soli sette mesi è arrivato l’esonero.

Al West Ham è andata persino peggio: out a settembre, appena sei vittorie in 23 partite dall’arrivo a gennaio. E allora perché una nazionale in difficoltà ha deciso di affidarsi a lui? Quando uscì il sorteggio, la squadra scandinava incuteva timore, ma in quattro partite è arrivato un misero punto. Jon Dahl Tomasson, cannoniere implacabile da giocatore, non è riuscito a far segnare le sue stelle: appena due gol. La sconfitta contro il Kosovo è stata fatale. Via. Perché Potter? Perché da quelle parti è una figura quasi mitica.

Un inglese in Svezia

Potter conosce bene l’ambiente, parla lo svedese. Il motivo è presto detto, la sua carriera da allenatore è iniziata proprio in Svezia, all’Östersund. In un contesto dominato da sci di fondo e biathlon, ha saputo mettere il club sulla mappa: tre promozioni, una Coppa di Svezia, i sedicesimi di Europa League. Un capolavoro. Da lì il ritorno in patria, prima allo Swansea e poi al Brighton, dove ha anticipato alcune idee poi sviluppate da De Zerbi.

La filosofia del camaleonte

Arriviamo al punto: come gioca Potter? Domanda difficile. In un’intervista pre-partita, un collega gli chiese sorridendo: “Perché cambi sempre modulo?”. Potter rispose: “La formazione non è l’obiettivo finale. La squadra deve essere coerente a prescindere dal sistema: come attacchi, come difendi”. E i numeri lo confermano: nel 2017 da un’analisi di The Athletic, all’Östersund, ha alternato il 4-4-2 (17 volte), il 3-4-3 (9) e il 3-5-2 (6). È la sua natura. Storicamente, contro avversari più forti preferisce la difesa a tre, come ha spiegato in un video per Coaches’ Voice. Con tre dietro l’uscita palla è più semplice e in non possesso la linea diventa a cinque. Con il pallone, invece, si allarga il campo sfruttando le corsie e creando spazi centrali.

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Allo Swansea le sue squadre creavano molto e costruivano sempre dal basso. Difendevano con il pallone, preferendo riciclarlo piuttosto che ripartire subito, minimizzando il rischio. Al Brighton si è evoluto: possesso, sì, ma soprattutto pressing alto e aggressività. Difendere attaccando. E ha funzionato. Benissimo. Anche lì cambiava spesso sistema, pure a gara in corso.

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Al Chelsea il metodo ha retto inizialmente, poi è crollato. Le difficoltà contro le difese basse e, soprattutto, la perdita dello spogliatoio gli sono costate la panchina. “Harry” e “Hogwarts” erano i soprannomi ironici alle sue spalle.

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Verso Svizzera–Svezia

Contro la Svizzera mancheranno Gyökeres, infortunato, e il lungodegente Kulusevski. Ci sarà Isak, seppur non al meglio. Out anche Bergvall, commozione celebrale. Nella prima lista di Potter spiccano nomi nuovi. Il caso più sorprendente è Lundgren: convocato a 30 anni, ha appreso la notizia durante l’allenamento. “Non so se crederci”, ha raccontato.

Nonostante il punto in quattro gare, la Svezia è ancora in corsa per i playoff di marzo grazie alla Nations League. Potter, verosimilmente, userà queste partite anche per sperimentare. Questa volta però sappiamo già il modulo, almeno quello che adotterà dal primo minuto: 4-4-2, anche per rompere con il passato targato Tomasson. 

Una volta disse: “Voglio una squadra tatticamente flessibile, coraggiosa, basata sul possesso. Giocatori che non abbiano paura di sbagliare e che si divertano giocando”. Lo ha ripetuto anche nel mini ritiro di Marbella, spiegando che potrà cambiare più volte nel corso della partita. Potter, il rivoluzionario in parabola discendente, prova a ripartire dal punto in cui tutto era iniziato: la sua Svezia. Gli auguriamo di farcela, ma a partire dal 2026!

01:16

Il servizio con Graham Potter (Rete Uno Sport 14.11.2025, 07h00)

RSI Sport 14.11.2025, 06:37

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