Il Lugano torna da Zurigo con tanto rammarico

Di rientro dalla pausa dedicata alle Nazionali, il Lugano era chiamato ad affrontare una sfida piuttosto delicata in ottica coppe europee. Al Letzigrund i bianconeri hanno mostrato grande personalità nonostante la panchina corta, eppure sono stati battuti 2-1 dal Grasshopper. Lasciato alle spalle un primo tempo equilibrato, chiuso sull'1-1, ma avaro di emozioni, nella ripresa Celar e compagni sono stati colpiti a freddo da Pusic. I ticinesi restano così al terzo posto in classifica a quattro punti dal Ginevra secondo, che affronteranno in semifinale di Coppa Svizzera.

In piena emergenza date soprattutto le assenze di Belhadj, Mahou, Saipi e Hajrizi (squalificato), Croci-Torti ha impostato il suo undici iniziale in modo inedito. L'approccio dei bianconeri è tuttavia stato molto propositivo e convincente, con i ticinesi che hanno monopolizzato di fatto sin dai primi minuti il pallone. La pressione è durata parecchio, eppure le emozioni hanno faticato ad affiorare: complice la consueta accortezza in fase arretrata dei padroni di casa, Celar e compagni hanno trovato poco spazio dalle parti di Moreira. Almeno finché lo sloveno, imbeccato alla perfezione da Amoura, ha realizzato un gol (il suo 13o stagionale) da attaccante vero, incornando la sfera in rete. Gol vanificato più tardi dalla bordata di Shabani.

Nella ripresa le Cavallette hanno cercato di arginare i bianconeri nella propria metà campo, ma, accantonato un momento di difficoltà, la compagine di Croci-Torti è riuscita a scuotersi riprendendo in mano le redini del confronto. Il Lugano ha dimostrato il potenziale e la consapevolezza necessari a rincasare con la posta piena, eppure è stato di nuovo colpito a freddo dal rasoterra insidioso del neoentrato Pusic. I ticinesi hanno allora provato a pieno organico a trovare il più che meritato pareggio, ma la palla, visto anche il palo fatto riecheggiare da Aliseda su assist del rientrante Bottani, non è più finita in rete.