Tra i già tanti problemi con cui il calcio moderno continua a confrontarsi, negli ultimi anni ne è prepotentemente salito alla ribalta uno in particolare: la multiproprietà. Proprio in questi giorni la UEFA si è vista costretta a intervenire e “retrocedere” il Crystal Palace dall’Europa League alla Conference League poiché il club inglese ha avuto come socio maggioritario sino a giugno John Textor, stesso proprietario attraverso l’Eagle Football Group del Lione, a sua volta iscritto in Europa League. I Glaziers hanno inoltrato ricorso al TAS di Losanna, che però ha confermato la decisione, poiché è stata presa in considerazione la proprietà fino a marzo. In precedenza, gli slovacchi del DAC Dunajska Streda e gli irlandesi del Drogheda United sono dal canto loro stati esclusi tout-court dalla Conference a causa della stessa proprietà degli ungheresi del Gyori ETO per i primi e dei danesi del Silkeborg per i secondi.
Benché non si tratti di una tematica nuova (il primo caso risale addirittura al 1997-98, quando ai quarti della Coppa delle Coppe arrivarono AEK Atene, Vicenza e Slavia Praga, tutte e tre controllate dal Gruppo ENIC), i maggiori organi del calcio mondiale hanno forse inizialmente sottovalutato il fenomeno. Negli ultimi anni sono dunque apparse norme sempre più specifiche a riguardo e l’articolo 5 della UEFA serve proprio a regolamentare le multiproprietà all’interno delle proprie competizioni. Ma neppure questo mette fine alle discussioni sulle squadre con stesse proprietà o azionisti, né alle decisioni prese in merito a volte considerate controverse (vedi ad esempio la partecipazione di Lipsia e Salisburgo, entrambe di Red Bull, nello stesso gruppo di UEL 2018-19). Regole sempre più puntuali, anche da parte delle Federazioni dei singoli paesi, sono necessarie non solo per arginare dei palesi conflitti d’interesse sportivi, ma pure per rendere attenti a possibili e pericolose violazioni economiche come attraverso plusvalenze fittizie in scambi tra giocatori.
Malgrado questi risvolti oscuri, le multiproprietà sono una realtà in notevole aumento, ma quali sono le motivazioni di questo fenomeno? Dal punto di vista economico i costi crescenti fanno sì che i proprietari “tradizionali” (non solo nello sport) sempre più spesso si vedano costretti a vendere al miglior offerente, ovvero nella maggioranza dei casi a chi già possiede altri club. Queste gestioni non sono generalmente solo sportive, ma vengono supportate da grandi gruppi e grandi sponsor; esempi celebri sono la Red Bull (che possiede Salisburgo, Lipsia, NYRB, Bragantino e Omiya Ardija) o il City Group dello sceicco emiratino Mansour (che ha in mano Manchester City, NY City, Melbourne City, Montevideo City, Girona, Palermo, Troyes, Lommel e Bahìa). I vantaggi sono notevoli per queste società grazie a una solida base economica che offre la possibilità di grandi investimenti nella tecnologia, nell’analisi dei dati e, ovviamente, nel marketing. Dal lato prettamente sportivo, una multiproprietà consente di assicurarsi un numero importante di calciatori e di giovani che possono essere dati in prestito tra le varie formazioni e abbassare i costi di gestione.
Anche in Svizzera negli ultimi anni si è assistito a questa tendenza, in particolare con l’arrivo di diversi gruppi americani come è stato ovviamente il caso per il Lugano (stesso proprietario dei Chicago Fire), ma anche per Grasshopper (in mano al Los Angeles FC) e in parte Yverdon, mentre il Losanna è ora controllato dal gruppo britannico INEOS, padrone pure del Nizza oltre che di diverse altre note realtà sportive. Losanna che, come è stato il caso per tante altre squadre negli ultimi anni, è poi stato affidato a un blind trust per poter partecipare alle competizioni europee senza andare in conflitto con il club francese, una tattica utilizzata per “aggirare” le normative UEFA e che la stessa Federazione Europea si vede costretta ad accettare visto il crescente fenomeno. Questa soluzione però è tutt’altro che definitiva e le regolamentazioni riguardo alle multiproprietà certamente cambieranno ancora, come testimonia anche la battaglia (poi persa) portata avanti dal Crystal Palace in queste settimane.
UECL, il servizio su Losanna-Astana (LA2 Sport Live 07.08.2025, 20h30)
RSI Sport 07.08.2025, 22:31