Obiettivo Europeo, con sguardo anche al futuro
La Svizzera, in un girone simile, può sperimentare e andare oltre il risultato
dall'inviato a Ginevra Ariele Mombelli
Difficile, onestamente, trovare qualcosa che non abbia funzionato contro la Bielorussia. Si doveva vincere, possibilmente con tante reti di scarto, senza mai andare in difficoltà. E, fatta eccezione per la traversa colpita da Khvaschinski dopo un minuto di gioco, ci si è riusciti. Da squadra e alla grande. O meglio, da grande squadra. Quello che la Svizzera, in un girone sulla carta semplice, vuole imparare ad essere. Per stessa ammissione di Pier Tami e Murat Yakin.
E, come fanno le grandi squadre, la Nazionale sta sperimentando nuove idee. Anche banali, forse, ma che alla lunga, chissà, potrebbero pagare. Di che parliamo? Dell'immediato (vero) allenamento post-Bielorussia, svolto sul terreno di Novi Sad da coloro che non sono stati schierati (o non per 90'), e soprattutto, di quello al gran completo della mattina successiva nella campagna serba. Mai, in passato, era successo. Ed è positivo: perché per progredire, ogni tanto, bisogna stimolarsi, ribaltando se necessario anche le abitudini. Ci sta provando, la Svizzera, come testimoniano pure i cambiamenti all'interno dello staff atletico e l'inserimento di due nutrizionisti.
E sul campo? Ancorata da anni ad una formazione tipo, per una semplice mancanza di alternative, la Nazionale oggi può attingere da una base di giocatori decisamente più ampia. Lì, a testimoniarlo, c'è la selezione di oggi, di qualità nonostante le numerose assenze. Non ci sarebbe da stupirsi, allora, se Yakin iniziasse a sperimentare e a garantire (ancora) più spazio ai diversi giovani presenti. La Svizzera, in questo gruppo, può pensare di farlo. Perché se è vero che l'obiettivo primario resta quello di qualificarsi ad Euro 2024, è altrettanto fondamentale saper guardare al futuro.
- Il servizio con Pier Tami (Rete Uno Sport 27.03.2023, 07h15)