Il ritorno sui campi da gioco, come era prevedibile, si sta dimostrando tutt'altro che semplice. A sollevare un caso particolarmente delicato ci ha pensato Troy Deeney, attaccante e capitano del Watford, il quale ha annunciato che non tornerà ad allenarsi con la squadra di Premier League. Il 31enne ha infatti spiegato alla BBC di non voler metter in pericolo la salute del figlio: "Ha solo cinque mesi e ha avuto problemi a livello respiratorio - ha spiegato - E quindi non voglio rischiare di metterlo in pericolo".
Lo stesso Deeney ha anche fatto notare come sia stato dimostrato che vi sono delle categorie più a rischio di altre. "Le persone di etnia nera, asiatica e meticcia hanno quattro volte più probabilità di contrarre la malattia e hanno il doppio delle probabilità di avere malattie di lunga durata - ha affermato il giocatore del Watford - Credo che dovremmo essere tutti meglio informati su queste cose".
Intanto la Lega inglese ha comunicato che, dopo il primo giorno di allenamenti collettivi, sei persone, appartenenti a tre club, sono risultate positive ai tamponi e poste subito in isolamento per una settimana. Una piccola percentuale tra i 748 test effettuati tra giocatori, tecnici e membri dello staff di 19 delle 20 società.