Ciclismo

A Lance Armstrong le "chiavi" dell'EPO

L'USADA punta il dito sul laboratorio di Losanna e l'UCI

  • 11 gennaio 2013, 00:23
  • 5 giugno 2023, 17:10
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Si infittisce ulteriormente il già complicato caso di doping che vede coinvolto Lance Armstrong e l'Unione ciclistica internazionale (UCI). Adesso è la volta di Travis Tygart, presidente dell'Agenzia americana antidoping (USADA), che nella trasmissione televisiva statunitense "60 Minutes Sports" ha rivolto pesanti accuse al direttore del laboratorio antidoping di Losanna. Secondo il boss dell'USADA, Martial Saugy (che venerdì alle 13.30 replicherà alle accuse in una conferenza stampa) avrebbe di fatto spiegato al corridore come eludere i test utilizzati per scovare le tracce di EPO nel sangue.

Tygart ha raccontato di aver avuto un incontro nel 2010 con lo stesso Saugy, durante il quale il direttore del laboratorio losannese avrebbe rivelato la presenza di un campione di sangue di Armstrong risalente al Tour de Suisse 2001, che indicava la presenza di EPO. Addirittura, sempre secondo Travis Tygart, nel 2002 l'UCI avrebbe anche ordinato a Saugy di prendere contatti con il corridore americano e il manager della US Postal Johan Bruyneel per spiegare loro il metodo per riscontrare l'EPO. Un fatto che, se fosse confermato, sarebbe assolutamente senza precendenti.

Il presidente dell'USADA - al quale sono state rivolte svariate minacce di morte, a seguito di questa inchiesta - ha pure rivelato che i sei campioni di sangue prelevati a Lance Armstrong ai tempi della prima vittoria del Tour de France nel 1999 risultarono "tutti assolutamente positivi" quando vennero passati ai test anti-EPO nel 2005. Il 41enne corridore americano, dal canto suo, esporrà la sua verità il prossimo 17 gennaio, sempre in un programma televisivo, quando verrà intervistato da Oprah Winfrey.

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