Il Lombardia è ancora terreno di conquista di Tadej Pogacar

Al traguardo di Bergamo Tadej Pogacar ha potuto esultare con la mano aperta e le cinque dita ben in vista. Ciascuna a simboleggiare ogni Giro di Lombardia vinto. Nella storia solo Fausto Coppi ci è riuscito, ma non consecutivamente come ha fatto la stella slovena, trionfatore dal 2021 a oggi. Nella 119a edizione (241km) si è imposto grazie alla solita tattica: gran lavoro di squadra, l’attacco insostenibile per tutti e la cavalcata in solitaria.

Per toccare la doppia cifra di Classiche Monumento (10) il campione del mondo ha dovuto pazientare un po’ più del solito per scatenarsi. Complice un gruppo in fuga di grande spessore - a immagine di Quinn Simmons, ultimo degli attaccanti a essere ripreso - che ha obbligato la UAE a tenere nascosto il proprio capitano e lanciarlo “solo” sull’ultima vera salita di giornata. Sul Passo del Ganda Pogacar ha lasciato la compagnia di Remco Evenepoel (e altri tre corridori) dipingendo così un quadretto già visto ultimamente: lui davanti, il belga (+1’48”) a inseguirlo e tutti gli altri dietro. Tra questi però grande merito va dato a Michael Storer, terzo a 3’14”, che ha portato la squadra svizzera della Tudor per la prima volta sul podio in una Monumento.