L'Arena Riga è un catino bollente
L'Arena Riga è un catino bollente (Keystone)

Bastava anche solo l'atmosfera infuocata

Gli arbitri e Van Pottelberghe ci mettono lo zampino, Fiala emerge senza gli altri NHLer

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dall'inviato a Riga Federico Fiorito

Highlight: se scendi in pista con 11 attaccanti da far girare - e senza Hischier, Niederreiter e Malgin - tutto deve andare alla perfezione, anche perché di fronte c'è la Lettonia che si gioca con il coltello tra i denti la qualificazione ai quarti. Due episodi allora condizionano il confronto: sul gol di Freibergs gli arbitri non sanzionano l'invasione d'area di Bukarts e, anzi, penalizzano il coach's challenge elvetico rendendo la rimonta difficoltosa. Trovato il pari con Fiala, Van Pottelberghe si fa poi sorprendere in mezzo alle gambe regalando l'immediato nuovo vantaggio ai padroni di casa.

Top player: non fa tutto giusto ma il gol dell'1-1 e il passaggio per il momentaneo 3-2 di Ambühl sono due grandi giocate. Lasciato come unico NHLer là davanti - e costretto a prendersi ulteriori responsabilità - Fiala risponde presente fornendo una prestazione convincente in un incontro che ha poche fiammate di bel gioco.

Time out: il boato alla terza sirena è pura poesia di passione sportiva. Il rullo dei dieci tamburi di dimensioni smisurate presenti in un angolo della pista è incessante e dà il la ad ogni coro cantato dai quasi 9'000 lettoni presenti in pista. Ci giocavamo poco e torniamo a perdere ad un Mondiale contro i baltici dopo la sconfitta subita nei gironi del 2015. Con la squadra completa avremmo visto un'altra partita, ma scendere sul ghiaccio in un'atmosfera del genere non sarebbe stato facile per nessuno. Se poi l'arbitraggio è tutto fuorché impeccabile...

 
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