La vita di un campione di nuoto non è fatta solo di vasche, medaglie e cronometri. Tutto quello che c’è intorno lo racconta Noè Ponti, con la sua solita simpatia, nella puntata de Larmandillo dedicata a lui. Ponti mette in chiaro un aspetto del suo sport e della sua filosofia, nonostante nel carniere abbia già una medaglia olimpica, tre titoli mondiali e stabilito dei record del mondo: “Non nuoto per la parte economica. In Ticino sento veramente un grande calore. Ogni volta che ho una gara importante ricevo tantissimi messaggi e sono molto seguito. Mi fa estremamente piacere. Questo mi da una carica in più”.
Tra le rivelazioni inaspettate spicca il suo talento nel cantare il Salmo Svizzero: “Lo so solo in tedesco. L’ho imparato a militare, durante scuola reclute”. Per quanto riguarda il suo approccio nel festeggiare le vittorie, il ticinese resta molto cauto. “Una delle mie più grandi paure è di vedere il numero uno da parte al mio nome, che significa che hai vinto, ed esultare. E dopo scoprire che in realtà il numero uno era da parte a quello sotto di te”. Tra i vari posizionamenti al termine della gara, comunque: “Arrivare quarto è il peggio. Meglio finire ottavi”.
Il nuoto però non è solo sorrisi e successi. Noè Ponti ricorda le difficoltà vissute ai Mondiali di Fukuoka, dove era tra i maggiori favoriti per le medaglie. “Non l’ho gestito nei migliore dei modi, ma sicuramente ho imparato molto. Sono arrivato mentalmente scarico, non vedevo l’ora che iniziassero le vacanze ancora prima delle gare. In un evento del genere devi essere pronto al 100%, bisogna essere lucidi al 110% se no non riesci a fare nulla”.
Una vita tra record e normalità - Noè Ponti
RSI LARMANDILLO 10.11.2025, 17:00
