Un anno da secchione della classe, ma il 10 in pagella è senza lode

Noè Ponti rientra sicuramente nella categoria degli animali da competizione, quelli che nel delicato anno post-olimpico, il 2025, hanno preferito tornare chini sui libri senza prendersi il congedo sabbatico dalla vasca. Meeting di Dubai, poi quello di Livorno, i Campionati Svizzeri (individuali in vasca lunga, di squadra in vasca corta), Mare Nostrum, Settecolli, tutti test di preparazione per l’esame di maturità, i Mondiali di Singapore. E poi ancora di nuovo in acqua per divertirsi in Coppa del Mondo, fino ad arrivare a sguazzare agli Europei di Lublino. Zero assenze in un anno, un secchione della classe natatoria. Tutto questo - va riconosciuto al ticinese - condito da un’invidiabile predisposizione nel rimettersi in discussione e posizionare il proprio status sempre più in alto: da novellino nel 2021 a peso massimo nel 2025.

Siamo ai Mondiali in vasca lunga di Singapore, l’appuntamento clou della stagione. Si parlava di animali da competizioni. Pure Maxime Grousset rimane uno dei punti fermi del nuoto veloce e - come Ponti - non è uno che tende a lasciare la scena tanto in fretta, soprattutto se - come Ponti - a Parigi 2024 qualcosa non ha funzionato.

Il ticinese arriva in Asia senza ancora aver appeso in bacheca una medaglia iridata. È un fattore che può pesare, ma non nella testa di Noè che si libera subito dei brutti pensieri andando forte sia nelle batterie che in semifinale dei 50m delfino. Sottolineo: cinquanta, tondi tondi, non 49,85m. Ponti in finale difatti è davanti fino all’ultima (mezza) bracciata, poi Grousset pesca l’arrivo della vita e la medaglia del ticinese, per una dozzina di centimetri, si tinge d’argento.

La forma comunque è ottima, il tempo (record svizzero) lo conferma. Ponti è leggero e i presupposti per la prima affermazione mondiale in vasca lunga ci sono tutti, ma restano solo i 100m delfino a sua disposizione. Copione simile, batterie e semifinali da padrone stampando sempre il miglior crono. In finale bisogna però fare i conti di nuovo con Grousset: se il detto “vincere aiuta a vincere” nasconde un filo di verità, a Singapore la rivela in tutte le sue sfaccettature perché il transalpino sull’onda dell’entusiasmo compie un mezzo capolavoro imponendosi - con merito, forza e fastidiosa superiorità - pure la finale dei 100m, grazie a un clamoroso record europeo (49”62) contro il primato nazionale (49”83) di Ponti. Grousset è stato più forte, chapeau.

La Coppa del Mondo, nel formato a tre tappe, ha aumentato incredibilmente il suo appeal: durata più compatibile con il calendario standard, location suggestive, nuovi confini geografici e... non stiamo a girarci attorno, premi in denaro che fanno gola a tutti i nuotatori. Ponti disputa le tappe di Carmel, Westmont e Toronto su invito di World Acquatics e non soppesa troppo i risultati. Al contrario, sono i padroni di casa nordamericani - in condizione migliore degli europei - a prendersi la scena. In totale Kharun lo precede 6 volte negli scontri diretti (saranno 2 le volte che il ticinese toccherà prima), ma della spedizione in America rimane pressoché solo una notizia, quella del record del mondo scippatogli da Liendo nei 100m delfino: da 47”71 a 47”68, un tempo inatteso. Nulla di grave, è altrove - toc toc Lublino - che bisogna brillare.

Agli Europei in vasca corta, snobbato da molti, Ponti capeggia una Nazionale svizzera numerosa - 15 atleti portati alla rassegna continentale, bellissimo segno di uno sport che butta in vasca sempre più persone - e deve fare quello che nella carriera di uno sportivo è la cosa più difficile: riconfermarsi. Il ticinese, come a Otopeni 2023, sceglie di riempire il programma con quattro gare che vanno gestite: tutto il lotto del delfino e i 100m misti, spalmati su 6 giorni.

Si parte con i 50m delfino, che Noè stravince senza titubanze davanti a Szabo e, questa volta sì, Grousset. Titolo confermato. Il giorno dopo il doppio impegno non sembra minimamente sfiorarlo: prima vince i 100m misti toccando la piastra un centesimo prima del francese, poco dopo guadagna l’accesso alla finale dei 100m delfino con il miglior tempo.

Insomma, la tripletta sembra apparecchiata, eppure l’arrivo dell’ultimo atto sembra un film già visto mesi prima a Singapore: Ponti davanti fino all’ultimo mezzo metro e Grousset che (ri)azzecca le misure con il muretto. La differenza? Un centesimo, 48”10 e 48”11. Nella sua gara preferita arriva l’argento.

Non c’è troppo tempo per rimuginare, incombe l’ultimo sforzo ed è quello più dispendioso. Il percorso che porta Ponti in finale dei 200m delfino denota la sua grande maturità nel risparmiare ogni energia, al fine di utilizzarla quando i gemelli Chmielewski, Michal e Krzysztof, lo affiancano in finale e cercano di strappargli il titolo. Con le risorse ridotte all’osso, il ticinese “vince la finale con il cuore”, parole sue. Da Otopeni 2023 a Lublino 2025 il bottino rimarrà lo stesso - 3 ori e 1 argento - anche se le modalità per costruirle variano.