Armando Ceroni e Nicoló Casolini hanno fatto riaffiorare ricordi d’infanzia legati agli anni ‘80. Di quando nelle case ticinesi, nel fine settimana, si faceva la classica colazione in famiglia per poi fiondarsi davanti agli schermi dell’allora TSI per seguire le gare di sci. Per farlo, nella nuova puntata de LARMANDILLO, hanno ospitato due sportivi di casa nostra. Sono cresciuti insieme in Leventina e hanno portato il Ticino sulle vette più alte dello sci mondiale. Michela Figini vincendo, a cavallo dei 18 anni, l’oro della discesa alle Olimpiadi e ai Mondiali. E portandosi a casa due volte la Coppa del Mondo generale, quattro quella di discesa e una di supergigante. Mauro Pini portando al successo atlete come Maria José Rienda Contreras, Lara Gut-Behrami, Tina Maze e Petra Vlhova, e prendendosi ora la responsabilità della Nazionale italiana maschile di slalom e gigante.
Tra i racconti di Pini, le celebrazioni in Ticino per l’oro olimpico conquistato da Michela a Sarajevo 1984: “Vi ricordate cosa c’era a Rodi? Si parlava di 30’000 o 35’000 persone. È una pietra miliare, quella medaglia. Io ero parte dei festeggiamenti”. Ma il talento di Michela si vedeva già da giovane? “Quando ci legnava in pista a 13 o 14 anni era chiarissimo. Ricordo una gara interregionale con i grigionesi e i sangallesi, a Malbun. Ci ha dato una legnata, la Michi. All’epoca si correva tutti sulla stessa pista, prima le ragazze e poi i ragazzi”.
Michela da grande sportiva non ha perso l’agonismo e parlando degli argenti vinti ai Mondiali Armando Ceroni le ha chiesto se le “girassero ancora adesso” per avere mancato il titolo. “Abastanza, sì”, ha risposto l’ex atleta sorridendo. “Quando assapori l’oro poi....”. Bellissimi però i ricordi di quando suo papà suonava le campane di Prato Leventina per festeggiare le vittorie.
Ha abbandonato la carriera all’età di 24 anni. “Probabilmente era il momento giusto per smettere. La vita è lunga e si possono fare tante altre cose. Non si vive solo di sport e di sci”. Ma ammette che nella decisione ha contribuito la gestione della squadra Jan Tischhauser. “Doveva fare il gestore, ma gli piaceva avere il controllo su tutto, anche su di noi. Alla fine è difficile convivere con questa situazione”.
Dal Ticino alle vette più alte - Michela Figini e Mauro Pini
RSI LARMANDILLO 05.05.2025, 17:00