Tra i vari effetti collaterali del coronavirus bisognerebbe inserire anche un rischio di alta irritabilità. Ne sa qualcosa il mondo del tennis che, in pieno trambusto da COVID-19, si sta dimostrando molto più fragile di quanto ci si potesse immaginare. La decisione - improvvisa e a quanto pare poco concertata - di spostare in autunno il Roland Garros, andando a sovrapporsi sulla Laver Cup, ha fatto emergere infatti importanti tensioni che in questi anni si era cercato il più possibile di nascondere sotto il tappeto. Da una parte ATP e WTA, dall'altra la Federazione internazionale (l'ITF) e in mezzo gli organizzatori dei Grandi Slam, le diverse federazioni nazionali e gli stessi giocatori che, sempre più, dall'alto del proprio potere economico, pretendono di dire la loro su pianificazione e organizzazione della stagione agonistica.
"Le differenze tra i vari interessi sono troppo grandi e si sono creati degli squilibri troppo evidenti - ha commentato il giornalista della Gazzetta dello Sport Vincenzo Martucci ai microfoni di Rete Uno Sport - L'ITF che ha perso potere e credibilità con la nuova Coppa Davis, che obiettivamente non piace a nessuno, e questo ha portato gli altri interlocutori a non riconoscere più alla stessa Federazione internazionale il ruolo di numero uno".
Nel tennis non c'è e non ci può essere alcuna collaborazione
Vincenzo Martucci
Ma il giornalista italiano non è ovviamente l'unico a vederla in questo modo. Marc Rosset, notoriamente uno senza troppi peli sulla lingua, ha così commentato la diatriba su RTS: "In effetti si sta facendo una magra figura. Tra ITF, ATP e i tornei di Grande Slam si è creata una sorta di guerra di non comunicazione"
Alla fine ognuno cerca di difendere i propri interessi e questo è davvero un peccato
Marc Rosset
Il servizio con Vincenzo Martucci (Rete Uno Sport 19.03.2020, 10h00)
"Distanti ma vicini" Ruby Belge (19.03.2020)
RSI Sport 19.03.2020, 11:40