Calcio - Women’s Euro

“La Svizzera non è al livello della Spagna, ma può dire la sua”

La giornalista iberica Lara Gandarillas sui quarti e sull’esperienza all’Europeo

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Segue la Nazionale del suo Paese

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Di: Simone Giambonini 

La sua esperienza in territorio elvetico, il costo della vita, ma soprattutto il quarto di finale tra Spagna e Svizzera, molto atteso non solo in casa rossocrociata. Sono questi i temi che abbiamo toccato con Lara Gandarillas, una nota giornalista sportiva dell’emittente RTVE, la televisione pubblica iberica. L’abbiamo incontrata qualche giorno prima della sfida che vede partire nettamente favorite le spagnole campionesse del mondo.

Come valuti l’organizzazione generale di questo Europeo?

Credo che questo Europeo sia davvero fantastico. Il Paese è meraviglioso. Abbiamo trovato un’atmosfera, un clima… il tempo ci sta aiutando, ed è qualcosa di straordinario per essere luglio. Tutto l’ambiente, tutta l’atmosfera, contribuiscono a rendere questo Europeo qualcosa di speciale. La vicinanza tra gli stadi rende tutto molto facile da gestire, ci si muove agevolmente e davvero ce lo stiamo godendo tantissimo.

Come è stata la tua esperienza in Svizzera nelle ultime settimane?

È la mia terza volta in Svizzera, ma ero già venuta altre volte per seguire partite della Nazionale maschile. Però erano soggiorni più brevi, e avevo avuto meno tempo per assaporare le città e il Paese. Ora invece sono davvero entusiasta: la gente, l’ospitalità, il cibo, il clima, i paesaggi… è tutto fantastico.

Il costo della vita è stato un problema?

In realtà lo sapevamo già prima di arrivare. Quello che colpisce, soprattutto rispetto ai prezzi in Spagna, è proprio questo: è tutto molto caro. Anche questo lo sapevamo prima di arrivare. Ma è vero che il cibo, in particolare, e le bevande… beh, i costi sono davvero alti. Direi forse il doppio rispetto a Madrid.

Ti ha sorpreso l’ambiente negli stadi?

Ci ha sopreso perché ci sorprende sempre. Ho seguito altri tornei di calcio femminile e gli stadi hanno sempre un’atmosfera diversa. È un ambiente molto più familiare. Le tifoserie sono più unite, non si percepisce quella rivalità negativa che a volte si vede altrove. È un clima molto bello, molto accogliente, con tanti bambini. Ci sorprende sempre vedere così tanti bambini e bambine negli stadi.

Passiamo alla partita: quante possibilità ha la Spagna di passare il turno?

Credo che la Spagna abbia il dovere, prima di tutto con sé stessa, di convincersi che deve andare avanti in questo torneo. Arriva come una delle favorite e qualunque cosa che la distolga da questo obiettivo sarebbe un errore, una responsabilità da attribuire a loro. Ma questo è il calcio, questa è la realtà. E non sarebbe la prima volta che una delle favorite ha una giornata storta o sia sfortunata. In questo caso specifico, la Svizzera gioca in casa, con la sua gente, con una motivazione enorme, e ha una buona squadra. Certo, non è allo stesso livello tecnico o tattico della Spagna, ma può dire la sua.

Questa Spagna ti sembra più forte rispetto a quella del Mondiale?

L’undici titolare della Spagna non è cambiato molto rispetto a quello che ha vinto il Mondiale. Ci sono sì delle novità, soprattutto in panchina. Per esempio c’è Patri Guijarro, che è importantissima e che non era presente al Mondiale. Però abbiamo perso Teresa Abelleira. Insomma, la squadra è ben equilibrata. Probabilmente è la miglior selezione del mondo. Lo era allora e continua a esserlo.

C’è una giocatrice svizzera che potrebbe essere titolare nella Spagna?

Non so se le definirei delle stelle in Spagna, ma ci sono giocatrici davvero interessanti. Conosciamo bene Ana-Maria Crnogorcevic, che è molto nota e amata nel calcio spagnolo, una giocatrice piena di talento, anche se ormai verso la fine della sua carriera. Ma se dovessi sceglierne una da mettere in evidenza, direi Viola Calligaris. Anche lei è conosciuta in Spagna e quello che sta mostrando in questo torneo… direi che fa quasi paura.

03:32

Women’s Euro, l’intervista alla giornalista spagnola Lara Gandarillas (16.07.2025)

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