Gambarogno femminile, dal Ticino a Berna per tifare la Nazionale

Una trentina in pullman, un po’ di più di una normale trasferta di campionato, per vedere la Nazionale all’Europeo femminile in casa. Lo staff, alcuni membri del comitato e la prima squadra dell’AS Gambarogno femminile hanno voluto attraversare la Svizzera tutti insieme per godersi un’elettrizzante giornata al Wankdorf di Berna, in un viaggio che le ha portate dal Ticino al cuore del calcio elvetico e continentale. Ma chi ha avuto l’idea? “È partita da entrambe - hanno spiegato la capitana Clara Lucchini e Arianna Ostini - ma poi anche da tutta al squadra. Siamo abituate a passare del tempo insieme fuori dal campo e gli Europei femminili erano un’ottima occasione per farlo”.

Tra di loro era presente anche la veterana della squadra, Isabella Osterwalder, con una maglia rossocrociata speciale, quella da lei indossata nel 2002 agli Europei femminili U19 organizzati in Svezia: “È stata un’esperienza bellissima, perché mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con altri tipi di calcio. Quanto è cambiato il calcio femminile rispetto a quegli anni? Tantissimo, non c’era tutta questa attenzione. Era in una fase di sviluppo e mi sento di aver contribuito a questa evoluzione del calcio femminile in Ticino e a livello svizzero”.

A Berna hanno infatti trovato un’attenzione unica e un’atmosfera sensazionale, che fanno decisamente bene al movimento: “Speriamo che non si fermi qui l’entusiasmo - hanno continuato Clara e Arianna - Speriamo soprattutto che le bambine, vedendo finalmente le donne giocare su questo palcoscenico in Svizzera, ispirate ci chiederanno di iniziare e di inseguire questo sogno”. E proprio nella capitale la prima squadra ha incontrato diverse bambine del settore giovanile del Gambarogno arrivate con i genitori, contente e felici di poter vedere all’opera le loro fonti d’ispirazione. Tra esultanze, gioia e viaggio di ritorno, la giornata memorabile si è conclusa alle 2h30 del mattino. Solo poche ore dopo bisognava già essere al lavoro: tanta stanchezza addosso, ma anche un po’ di adrenalina ancora in circolo.