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Tutte le poesie - Giorgio Orelli

Scoprire dove portano le parole mentre si (de)scrive la vita. Il lavoro poetico di Giorgio Orelli.

  • 15.10.2022
  • 4 min
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A quest’ora la martora chi sa dove fugge con la sua gola d’arancia. Tra i lampi forse s’arrampica, sta col muso aguzzo in giù sul pino e spia, mentre riscoppia la fucileria.

Buongiorno, mi chiamo Robin Pellanda e frequento un Monomaster intitolato Studi italiani all’Università di Zurigo. Quello che avete appena sentito è il Frammento della martora, una poesia di Giorgio Orelli.

Ed è proprio di una raccolta poetica che oggi vorrei parlarvi; o meglio un’insieme di raccolte poetiche, tutte di Giorgio Orelli appunto. Il libro che le ospita, edito da Mondadori nel 2015 con il titolo onnicomprensivo di Tutte le poesie, è la prima e fin’ora unica pubblicazione che le unisca e che permette quindi di godere dell’intera opera lirica di Orelli in un singolo volume, curato con precisione da Pietro De Marchi.

Giorgio Orelli è probabilmente il maggior poeta svizzero di lingua italiana, e si può facilmente collocare anche tra i maggiori del secondo Novecento italiano, incluso infatti sia nella cosiddetta “Linea lombarda” con poeti come Sereni e Risi; che nell’altrettanto storica “Quarta generazione” con autori quali Zanzotto, Pasolini, e altri.

Nato ad Airolo nel 1921, Orelli frequenta le scuole a Locarno e s’iscrive poi alla facoltà di Lettere dell’Università di Friburgo. L’esperienza universitaria è caratterizzata da un incontro fondamentale, cioè quello con il maestro Gianfranco Contini, che lo supporterà all’inizio del suo percorso poetico.

Andiamo ora all’interno del libro, fra le pagine, i versi, gli spazi bianchi e le parole: ci si ritrova in ambienti conosciuti, atmosfere quotidiane, sembra quasi di riconoscere i luoghi, le persone e le situazioni. Orelli diventa testimone di ciò che accade e con sobrietà ma grande maestria lo rifà con le parole.

Le forme stilistiche variano nel tempo, con un primo Orelli che compone poesie più brevi (epigrammatiche e frammentarie come abbiamo sentito all’inizio), ma che già a partire da Sinopie (seconda raccolta) inizia ad ampliare sia i versi che le poesie, concedendo più respiro ai componimenti, finanche a dare spazio a dei poemetti in prosa. Ciò che non viene mai meno è l’incessante lavoro sulla parola.

Per quanto riguarda invece i contenuti delle poesie di Giorgio Orelli, bisogna sottolineare che egli è anzitutto attento alla vita (umana, animale, vegetale), ma anche al mondo che la ospita. Abitano infatti le poesie orelliane moltissimi animali e ampio è il ventaglio (coloratissimo) di fiori e piante. Tutto questo su sfondi che intrecciano la natura (montagne, fiumi, neve, animali e piante appunto) con la presenza umana (segnalata anche da ciò che essa produce; quindi case, paesi, strade, discorsi).

E in questo intrecciarsi fra elementi naturali e umani possiamo individuare dei nuclei tematici come ad esempio il “cerchio familiare”, con il quale s’intendono le persone vicine per parentela all’autore e frequentate nella quotidianità. Si può pertanto affermare che sono libri – quelli di Orelli – “fatti con la vita”: si tratta di ricordi personali, o quantomeno filtrati dal poeta, che ad ogni nuova lettura diventano memoria comune e condivisa.

È sicuramente una grande occasione poter leggere l’opera in versi di Orelli, perché qua e là – tra i suoi versi – nelle sue parole, ci si trova a proprio agio e la sensazione è quella di dialogare con una persona conosciuta, amica. Allo stesso tempo l’attenzione a temi semplici ma fondamentali, e l’osservazione del vissuto quotidiano ci permettono, in un momento in cui il tempo sembra farsi più veloce, di posare gli occhi su ciò che importa, grazie a quella che Montale chiamava «la più discreta delle arti»; la poesia appunto.

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