Dossier

Le Pagine Aperte di Gianna Paltenghi

La rubrica alla quale Gianna Paltenghi ha dato, per una decina d'anni, mente, volto e voce è stato il primo tentativo (di successo) di parlare di libri alla TV svizzera.

  • 3 febbraio 2023, 10:48
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Di: Luisa Orelli

La cultura ebbe fin da subito un ruolo centrale alla televisione della Svizzera Italiana. L'idea di portare l'attualità libraria sullo schermo fu tra le più audaci, perché fino ad allora (1969) non si erano dati, in Svizzera, esperimenti simili. A volerla, iniziatore di questa come di altre sperimentazioni (radiofoniche prima televisive poi), fu Bixio Candolfi, che affidò l'incarico (altro elemento di novità) a una donna: Gianna Paltenghi, nata a Voghera (Pavia) il 9 marzo 1937.

Ricordi della fornace

RSI Archivi 13.11.2002, 01:00

  • Foto: Museo del Malcantone, Curio

La storia della famiglia Paltenghi, originaria di Bàrico (Croglio), si intreccia con quella della migrazione di mestiere caratteristica del Malcantone: quella dei fornaciai, che nella seconda metà dell'Ottocento esportarono nella piana padana l'arte della produzione di mattoni, quadrelli e coppi, dandole respiro industriale grazie a nuove e moderne fornaci. Quella dei Paltenghi si trovava a Casei Gerola, nel pavese, dove Gianna visse i primi tredici anni della sua vita.


Alla morte della madre, il padre la affida allo zio, medico condotto in Val Colla. Gianna vive a Maglio di Colla, frequenta le scuole a Lugano, ma torna a Pavia, già punto di riferimento culturale famigliare, per gli studi universitari. Questo andirivieni transfrontaliero, costante nella sua vicenda personale, trova un nuovo punto di ancoraggio quando un incarico di insegnamento la porta al Ginnasio di Mendrisio. È lì che viene a prelevarla, nel 1969, Bixio Candolfi.

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"Dovetti chiedere di poter almeno concludere l'anno scolastico. Di televisione non sapevo niente, non l'avevo nemmeno a casa". Ma erano tempi in cui contava ancora la competenza di merito: intendersi di libri, sapere comunicare (Gianna era un'ottima insegnante).

Introduzione alla Valsolda

RSI Archivi 12.01.1971, 09:36

In quello che nei nostri archivi è il primo documento in cui appare (1971), Gianna sollecita Adriano Soldini su Introduzione alla Valsolda di Romano Amerio, di cui Gianna era stata allieva al Liceo di Lugano.

La festa del ringraziamento

RSI Archivi 30.05.1972, 00:00

Le interviste si susseguono: qui un incontro con Giovanni Orelli che aveva appena dato alle stampe, presso Mondadori, il suo secondo romanzo.

"Ricordo che per la prima trasmissione, nel novembre 1969, dovetti acquistare (a mie spese) una parrucca. I miei capelli erano troppo scuri, il contrasto, mi fu detto, troppo forte". Pagine Aperte (quindicinale di attualità librarie) fu la prima rubrica che le venne affidata, ma il suo ruolo fu da subito più ampio, comprendeva la concezione di programmi, la scelta sulle acquisizioni: Gianna Paltenghi fu con Mimma Pagnamenta una delle prime donne dirigenti della TSI. Davanti al suo microfono passano i maggiori scrittori dell'epoca.

L'attività creativa di Riccardo Bacchelli

RSI Archivi 02.04.1974, 01:00

Qui è con Riccardo Bacchelli, a Lugano per l'assegnazione del premio della Fondazione del centenario della Banca della Svizzera Italiana.

Le macerie romane di Mario Soldati

RSI Archivi 04.02.1974, 01:00

Gianna Paltenghi non abbandonò mai il suo primo ruolo, quello di intervistatrice. I nomi di riferimento per la divulgazione culturale in quegli anni erano Giulio Nascimbeni per la televisione italiana e Bernard Pivot per quella francese. Ma Bixio Candolfi amava capovolgere i termini del confronto: Pivot è "il Paltenghi della televisione francese" amava dire, Nascimbeni, chiamato a collaborare per la TSI, un collega. La piccola Televisione della Svizzera Italiana arrivava a Roma, mentre la RAI non si captava a Zurigo. Qui una disinvolta Gianna Paltenghi in dialogo con Mario Soldati.

Requiem per zia Domenica

RSI Archivi 22.06.1976, 09:15

La trasmissione si occupa essenzialmente di novità editoriali: non solo letterarie, ampio spazio era dedicato anche alla saggistica. "Eravamo a ridosso del sessantotto, c'era grande interesse per i fenomeni di società". Lo sguardo era tutto fuorché provinciale, gli autori locali non erano certo scelti per criteri geografici (e il tempo non può che dare ragione a quelle scelte). Un autore poteva farsi intervistatore, o autopresentarsi, come Gianna Paltenghi chiese a Plinio Martini per il Requiem di zia Domenica.

Wilcock romanziere visto da Roberto Calasso

RSI Archivi 29.05.1973, 01:00

A garantire i rapporti con le case editrici italiane era Grytzko Mascioni che diede un contributo importante a Pagine Aperte. Ma l'intreccio con il mondo editoriale italiano è molto più articolato e profondo. Roberto Calasso presenta qui il primo romanzo dello scrittore italo-argentino Rodolfo Wilcock in uscita presso Adelphi.

Le Idi di Bartalo Cattafi

RSI Archivi 18.03.1977, 01:00

Fanno ormai parte della storia letteraria le interviste di Vittorio Sereni, collaboratore della rubrica. Indimenticabile quella al poeta Bartolo Cattafi, in cui Cattafi appare, concelebrante pressoché silenzioso di una messa detta da un altro poeta (in un intreccio armonioso di ruoli: Sereni ospitava, nella collana lo Specchio da lui diretta presso Mondadori, l'opera di Cattafi).

Le mille camere di Enzo Biagi

RSI Archivi 22.12.1984, 01:00

La prima stagione di Pagine Aperte si conclude nel 1977. Una seconda stagione avrà più breve vita nel 1984. A collaborare sono allora chiamati il poeta Maurizio Cucchi e il critico Guido Davìco Bonino (a cui viene affidata una rubrica sui classici). La puntata conclusiva, del 22 dicembre, ci offre una testimonianza esemplare dello stile di Gianna Paltenghi: la capacità di creare un clima di prossimità con l'interlocutore (in questo caso Enzo Biagi - perché quella vicinanza tra loro c'era davvero), la modestia. L'intervistatrice non ha bisogno di dare sfoggio di sé, appare in secondo piano, di spalle: l'importante non è parlare, ma far parlare.

Omaggio a Gino Macconi

RSI Archivi 26.11.1999, 01:00

"Salutami tanto la Gianna, che è sempre più brava. Il suo approccio all'opera scritta ha la gioiosa freschezza e l'affetto del fanciullo che si gira tra le mani il suo balocco preferito". Così un intellettuale locale, Graziano Papa, scriveva a Gino Macconi, pittore e compagno di Gianna per un trentennio: si sposarono nel 1999. Da quell'anno, che è anche quello del decesso di Gino, Gianna, che aveva da poco lasciato la RSI, si occuperà della Fondazione Gino e Gianna Macconi.

Ultima mostra per la Galleria Mosaico

RSI Archivi 13.02.2016, 01:00

Assieme al nuovo compito (conservare l'opera di Gino e la collezione d'arte costruita insieme a lui), Gianna ne assume il nome: è Gianna Macconi a mantenere viva la galleria fondata e diretta da Gino a Chiasso, la Mosaico, che ha chiuso nel 2016, dopo mezzo secolo di attività, e a girarsi ancora tra le mani con la medesima "gioiosa freschezza", il suo balocco: un libro, un quadro, una pubblicazione, una mostra.

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