La RSI

Il lungo brivido di una voce solare

Dieci anni senza Steve Lee, il ricordo personale di Gian Luca Verga

  • 28.09.2020, 12:54
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Steve Lee

  • �Ti-Press / Francesca Agosta
Di: https://www.rsi.ch/eventi/In-ricordo-di-Steve-Lee-13432861.html https://www.rsi.ch/eventi/Anteprima-Steve-Lee-la-voce-gentile-del-rock-13429976.html 

“Noi Gotthard crediamo nella vita, nella sua bellezza, nella sua potenza.”

Steve me lo ripeteva spesso, con la luce negli occhi certo, perché era così: solare, ma con annidati grappoli di nuvole, ottimista, goloso e rispettoso della vita; attento al prossimo e alla cura costante della propria anima. Lo era agli inizi della sua carriera, lo è stato fino all’ultimo. Lo frequentai come molti dall’ epoca dei “Forsale” e del loro splendido concerto in piazza Grande a Locarno. E non sapeva ancora Steve che in quella piazza sarebbe tornato anni dopo per registrare con l’affetto di una folla oceanica e l’ugola siderale di Montserrat Caballé, “Defrosted”. Anzi da prima ancora, dall’avventura coi “Trouble” quando allora percuoteva piatti e tamburi e supportava la voce di Flavio. Poi la genesi dei “Gotthard” e la possibilità finalmente di esprimere compiutamente la propria anima musicale attraverso una straordinaria vocalità; che andava a irrobustirsi, caricandosi di colori e di un’energia dirompente che gli permetteva di vincere alcune leggi della fisica. E delle intime frizioni esistenziali.

I primi programmi, il primo disco presentato in assoluta anteprima alla nostra radio e di cui conservo ancora una “lacca” autografata, i primi concerti. Ed eccoli spiccare il volo. E tra i mille ricordi e chiacchierate, le condivisioni fradice di musica, vita e speranze uno tra i più vividi risale al dicembre del ’92, al loro primo tour inglese quale supporto dei Magnum. Mi invitano a Londra per il concerto finale. 3 giorni e tre notti a spiluccare parmigiano e affettati ticinesi su quel bus che era stato la loro casa tra concerti, servizi fotografici, interviste e i loro sguardi stupefatti e luccicanti, spalancati sul mondo e sulla strada che le loro vite stavano percorrendo. Mi invento una diretta, con loro, dagli studi della BBC di Whiteall. Ciò che successe tra i corridoi, gli uffici e le segretarie dei paludati funzionari britannici che ci ripresero per la nostra “esuberanza latina” appartiene ormai alla leggenda. La notte la consumammo fino alle prime luci dell’alba in un club a far festa, a parlar di musica, anima e vita. E di come i loro sogni, coltivati con impegno e sacrifici si stavano materializzando. Ed era uno spettacolo osservar le molecole dei loro colpi esplodere dalla felicità.

Ricordi indelebili, emozioni che attraversando il tempo ancora riverberano. Mischiandosi a successive altre condivisioni, concerti, incontri, interviste, chiacchiere anche banalmente quotidiane. Fino al veloce sms che ci scambiammo nell’agosto del 2010, dopo l’incidente autostradale in Toscana, quando l’angelo del rock allora gli venne in soccorso. E fu davvero beffardo il destino che ci tolse poco dopo una persona buona davvero, affabile, rispettosa della vita altrui. Sempre in prima fila quando lo si chiamava per aiutar i più bisognosi. Rispettoso e grato alla musica e a ciò che la musica gli aveva e gli stava dando. Un dono, una voce, un lungo brivido che fortunatamente noi ancora possiamo condividere.

Gian Luca Verga

Giornalista RSI

Anteprima del documentario su Steve Lee;

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