Una fiction... alla radio

TAXI! La nuova stagione

Intervista a Marco DiGioia e ai famosi doppiatori che compongono il cast

  • 12 febbraio, 09:57
Marco DiGioia

Marco DiGioia

  • RSI/Loreta Daulte

“Ogni notte, un solitario tassista accompagna i clienti percorrendo le strade di una multietnica città metropolitana. I suoi passeggeri trasformano ogni corsa in un viaggio inatteso, mutando la notte e la sua vita in qualcosa di straordinario.” 


Si ripresenta così TAXI!, la seconda stagione del programma di e con Marco DiGioia, collaborazione con alcuni tra i più famosi doppiatori italiani. Fiction radiofonica che vede come protagonista un tassista (Carlo Valli) e i suoi passeggeri, TAXI! è un viaggio senza schermi - “a tutta radio” - dove suoni, voci e musica sono padroni del programma.  


Ad accompagnare Marco DiGioia in questo viaggio, doppiatrici e doppiatori di grandi stelle di Hollywood e famosi personaggi di cartoni animati. Protagonista di questa serie è Carlo Valli, voce degli straordinari Robin Williams e Jim Broadbent e di tanti personaggi d’animazione come l’adorabile dinosauro Rex di Toy Story. Al suo fianco, e nella vita privata, Cristina Giachero che, tra le altre attrici, ha doppiato le fenomenali Liv Tyler e Scarlett Johansson. Sentiremo anche la voce di grandissime attrici come Nicole Kidman, Kate Winslet e Penélope Cruz - grazie alla doppiatrice Chiara Colizzi - e quella di Juliette Binoche e Fujiko Mine, uno dei personaggi principali della celebre serie e manga giapponese Lupin III, doppiate da Alessandra Korompay. Restando in tema “cartoonesco”, riconoscerete anche Pietro Ubaldi, una delle voci dei simpatici Doraemon e Scooby-Doo, oltre a quella del Capitan Barbossa in Pirati dei Caraibi. E non potevano mancare Stefano De Sando – con i grandi Robert De Niro e Bryan Cranston di Breaking Bad - e Pasquale Anselmo – voce dei celebri Nicolas Cage e Bob Odenkirk di Better Call Saul.  


Ma entriamo nel vivo del programma insieme a Marco DiGioia… 


Com’è nata l’idea di questo programma radiofonico? Cosa rappresenta per te? 


L’idea mi è venuta durante il periodo della pandemia. Probabilmente “TAXI!” rappresentava la voglia che avevo di viaggiare. È così che ho iniziato a scrivere i primi episodi, per il gusto di evadere. Poi, senza accorgermene mi sono ritrovato a “viaggiare” con i clienti di Carlo che di notte popolano il suo veicolo. 


A “TAXI!” hanno collaborato grandi nomi del doppiaggio italiano. Com’è stato lavorare con loro? 


All’inizio, mentre parlavo con loro, mi sembrava di chiacchierare virtualmente con quegli attori che tutti noi vediamo nei film o nelle serie più famose. Poi, come per incanto, quella voce iniziava ad appartenere a chi la possedeva veramente, insomma ai doppiatori, a delle persone in carne ed ossa. Ma all’inizio è stato estraniante e divertente allo stesso modo. La cosa che ho capito subito, però, è che quando lavori con chi fa il loro mestiere, a quel livello, hai solo da imparare. 


Oltre che scrittore e attore, tu sei sia un conduttore radiofonico che televisivo. Dove vedi una differenza? Cosa invece è simile? 


Ogni mezzo, ogni ambito in cui ci si esprime ha le proprie peculiarità. Ma c’è una cosa che li accomuna tutti assieme: l’emozione che hai dentro e che desideri comunicare a chi ti rivolgi in quel momento. 


Tutt’ora tendiamo a percepire radio e tv come un po’ separate. Con questo programma hai gettato un ponte tra le due. Come vedi questo sviluppo per il futuro? In questo senso hai in previsione progetti che potrebbero percorrere questa strada? 


“TAXI!” è una vera e propria serie tv che non si vede. Ma a dire il vero penso che questo ponte ci sia sempre stato e ci sarà sempre; la cosa bella è che lo puoi percorrere in tutte e due le direzioni, dipende solo dove vuoi andare. Mentre stai facendo la radio puoi fare anche un pezzetto di tv e così viceversa. Un progetto futuro che percorre quel ponte? Una versione di TAXI! che ha dei connotati video… Tra un po’ ne risentiremo parlare. 


Parola ai doppiatori 


Qual è stata la parte più interessante del vostro lavoro, anche rispetto al personaggio che interpretate in “TAXI!”?  


Tutto quanto. Si tratta di fare un personaggio sulla base di ciò che scrive un’altra persona, in questo caso Marco, e quello che interpreto io è davvero molto particolare. È un signore che fa il tassista di notte e si imbatte in incontri strani e curiosi, che a volte lo impressionano. Il fatto di poter interpretare un personaggio che, a causa di situazioni che hanno dell’assurdo, ogni tanto dà fuori di testa è stata un’esperienza davvero interessante. (Carlo Valli)  


È stata un’esperienza che ci ha fatto crescere tutti; è un progetto in cui ho anche aiutato Marco a trovare e dirigere i colleghi doppiatori. [Marco] è un vulcano, mi ha coinvolta come attrice - facendomi scoprire un lato comico che io non avevo ben presente - e ha coinvolto anche i nostri figli. Mi è piaciuto tantissimo uscire dal doppiaggio ed entrare in un qualcosa di così creativo e gioioso, come in una sorta di recitazione a teatro. (Cristina Giachero) 


Grazie a questo sceneggiato radiofonico sono tornato un po’ al passato; è bello perché si torna alla pura recitazione, non al solo doppiaggio, dove si interpreta un personaggio vocalmente (senza immagine) e mi sono divertito tantissimo. Nelle nostre interpretazioni ci sono le storie delle nostre vite. E in questo mestiere ne viviamo tante. TAXI! È una serie molto intrigante e lavorare insieme a professionisti importanti del mestiere è stata un piacere, oltre che un onore. (Pasquale Anselmo) 


Il protagonista del programma si ritrova a fare i conti con il mio personaggio, che cambia a seconda di come la si guarda e che evolve attraverso questo viaggio. Una cosa che mi è piaciuta tanto è che, pur avendo ricevuto un copione, Marco mi ha dato carta bianca così da poter elaborare insieme questo personaggio, per renderlo più mio. Noi doppiatori, inoltre, siamo abituati a poggiarci su altri volti e corpi. La fantasia che nasce da programmi come questo, invece, è come se ci permettesse di creare e indossare mille altre facce. Io ho un mix di mille attrici dentro di me, il che non è assolutamente un limite... anzi, è una possibilità in più. (Chiara Colizzi)  


La radiofonia era la parte più bella del nostro mestiere perché ci permetteva di essere più liberi e di uscire dagli schemi stretti del doppiaggio televisivo. Questa piacevole esperienza mi ha nuovamente permesso di portare piccoli contributi all’interno di un concept che ragiona su quello che può avvenire in un taxi; ho avuto la possibilità di mettere in moto quelle sinapsi che non si attivano quando ci troviamo a raccontare qualcosa di già recitato. Per citare Vittorio Gassman: “L’attore è un bugiardo a cui si chiede la massima sincerità. (Stefano de Sando) 


Ho sempre amato i radiodrammi. Una volta li interpretavo spesso e mi mancano molto. Sapere che da voi sono riapparsi mi ha fatto molto piacere, è come un ritorno al passato, ed è sempre bello avvicinare l’ascoltatore a un determinato tema attraverso un radiodramma.  Immergersi nel mio personaggio senza una scena visiva è stato divertente ma anche difficile perché non sono più abituata a non andare a pari passo con un’attrice. Rimettermi in gioco e creare “dal nulla” è stata una bella prova. Mi auguro che ce ne siano sempre più! (Alessandra Korompay) 


Durante la mia lunga esperienza nel mondo del doppiaggio ho fatto un po’ di tutto, ma era da tanto che non partecipavo a una recitazione in radio ed è stato un viaggio bellissimo. In radio è tutto diverso: non c’è immagine, quindi devi far immaginare le cose, devi farle accadere e, soprattutto, devi trasmettere le emozioni a chi ascolta. E il taxi è quel piccolo universo in cui i sentimenti, chiusi in una macchina, fermentano e cambiano. (Pietro Ubaldi) 

Le 10 puntate della serie andranno in onda la domenica su Rete Uno a partire dal 18 febbraio, alle 19.30, e in replica la domenica successiva alle 00.15. È possibile riascoltare la serie anche su rsi.ch/reteuno.


Rete Uno, tutte le domeniche dal 18 febbraio, 19.30 

Ti potrebbe interessare