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"Ognuno di noi può salvare la biodiversità"

Intervista a Christian Bernasconi, autore e conduttore del programma Rendez-vous al parco

  • 10.07.2023, 10:42
Rendez-vous al parco, Christian Bernasconi

Dal 2018 è co-conduttore de Il giardino di Albert, la trasmissione televisiva di divulgazione scientifica della RSI, dove si occupa anche di contributi web destinati al mondo scolastico. Biologo di formazione, Christian Bernasconi è membro della Commissione svizzera per l’UNESCO e già membro della commissione federale del Parco Nazionale Svizzero. È co-autore del progetto di questa serie sui parchi naturali svizzeri di importanza nazionale.

Christian, quando e come è nata la tua passione per la scienza?

È nata in tenera età grazie alle escursioni in montagna con la mia famiglia. I miei genitori mi hanno sempre stimolato a stare nella natura e ad osservare con curiosità il mondo attorno a me, oltre a permettermi di proseguire gli studi fino all’Università. Inoltre, dalle scuole elementari fino all’Università, ho avuto la fortuna di incontrare dei bravi docenti che mi hanno trasmesso la loro grande passione per le scienze naturali e la biologia in particolare.

Specie animali e vegetali stanno scomparendo a un ritmo accelerato a causa delle attività umane. Nella serie “Rendez-vous al parco” si parla spesso di biodiversità. Cosa si può fare per impedire il suo declino, che avrebbe conseguenze importanti per la società, l’economia e la salute dell’uomo?

I parchi di importanza nazionale sono uno degli strumenti a disposizione per sviluppare un modo di vita più sostenibile e lavorare a favore della biodiversità. Uno degli obiettivi di questa serie è proprio quello di mostrare che attività umane e biodiversità possono trovare un giusto equilibrio. Ognuno può fare qualcosa: se si possiede un giardino, si può ad esempio optare per uno spazio più naturale e meno “prato inglese”. Un ottimo esempio lo si vedrà nell’episodio dedicato al parco regionale di Sciaffusa, con i giardini naturali di Osterfingen. Ma per favorire la biodiversità ci vuole prima di tutto il rispetto per ogni singola forma di vita, anche per quelle che ai nostri occhi sembrano (a torto) meno affascinanti, come gli insetti.

“Il giardino di Albert”, che conduci insieme a Cecilia Broggini, è un magazine divulgativo sui temi della scienza, della natura e della tecnologia. Come si fa a spiegare argomenti a volte complessi, spesso confinati su riviste specializzate, a un pubblico di non specialisti?

L’elemento fondamentale è la conoscenza del tema e lo studio. Meglio si conosce un argomento, più lo si può riassumere e semplificare in maniera corretta. Perché l’importante, soprattutto di questi tempi, è divulgare in maniera veritiera evitando le mezze verità o le false notizie.

Essere stato un ricercatore attivo mi è di grande utilità, perché mi aiuta a selezionare le informazioni chiave di una tematica, quelle da trasmettere al pubblico. Ho imparato che in ambito televisivo si deve andare dritti al dunque, tralasciando i fronzoli meno importanti.

Inoltre, ci vuole un po’ di allenamento ed è buona cosa conoscere alcuni trucchi del mestiere. Ad esempio, cerco sempre di mettermi nei panni di chi segue il Giardino di Albert. Riuscire a spiegare le cose anche “alla propria nonna” è una filosofia che mi permette di tenere un linguaggio semplice. Negli anni ho seguito alcuni grandi divulgatori come Piero e Alberto Angela, D. Attenborough o E.O. Wilson, per non citarne che alcuni, cercando di rubare il mestiere e migliorarmi di volta in volta.

Per contrastare i cambiamenti climatici occorre agire su vari fronti. In che modo il mondo scientifico può influenzare le scelte dei politici e dei cittadini a favore dell’ambiente?

Il lavoro di ricercatrici e ricercatori permette di accumulare conoscenza e di comprendere sempre meglio il mondo in cui viviamo. Sulla base di queste informazioni il mondo politico è poi chiamato ad operare delle scelte a favore del bene comune. Proprio per questo ritengo che il mondo scientifico debba continuare a fare divulgazione, da un lato per mantenere e rinforzare un rapporto di fiducia con il mondo politico e con il grande pubblico, dall’altro per rendere accessibili a tutti i risultati delle ricerche. È importante che le informazioni corrette e oggettive siano disponibili e comprensibili per tutti, sia per gli attori politici, sia per ogni singolo cittadino. Solo così ognuno può operare le scelte migliori a favore dell’ambiente.

Durante la pandemia le persone hanno riscoperto il piacere di stare nella natura e di camminare all’aperto. Una moda passeggera o un nuovo stile di vita?

L’augurio è che dalle difficoltà vissute durante la pandemia si riesca a sviluppare un nuovo stile di vita più in armonia con la natura, sviluppando e rinforzando, anche grazie ai progressi tecnologici, delle abitudini in grado di aiutarci ad avere maggior riguardo dell’ambiente. Penso in particolare alla svolta energetica, alla valorizzazione e alla protezione degli ambienti naturali, eccetera. Il pianeta Terra in fondo è la nostra casa e giova a tutti prendersene cura. E durante la pandemia abbiamo capito tutti quanto sia prezioso poter uscire all’aria aperta e sentirsi bene in mezzo alla natura.

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