Da anni i volontari delle associazioni che difendono gli animali segnalano e denunciano fattorie e allevamenti dove gli animali non vengono curati adeguatamente: capi di bestiame denutriti, lasciati al freddo, o sotto la pioggia. Risultato? Nonostante le segnalazioni, la raccolta di prove e le denunce, spesso per l’allevatore tutto si risolve con una multa di poche centinaia di franchi.
Certo, fanno eccezione casi gravi: come quello della cosiddetta “fattoria degli orrori”, nel Canton Turgovia, il cui proprietario è finito in Tribunale. O, tornando alle nostre latitudini, il caso avvenuto qualche anno fa che aveva portato alla chiusura di una fattoria ticinese e al sequestro del bestiame maltrattato.
Ma davvero per il resto tutto va (abbastanza) bene? In quanto a controlli, ad esempio, secondo alcuni il Ticino non si distingue per essere particolarmente zelante rispetto agli altri Cantoni. Così per vederci chiaro, Patti chiari si è rivolta a un’esperta: Alice Raselli, da una decina d’anni ispettrice per conto della Protezione svizzera per gli animali. Con il suo aiuto, e rigorosamente a sorpresa, abbiamo visitato alcune aziende agricole nella Svizzera italiana. Risultato: non sempre il benessere degli animali è tra le principali preoccupazioni degli allevatori: in una piccola azienda del Sopraceneri ad esempio, gli animali invece di avere un’area di svago adeguata sono costretti a convivere con vecchi scarti di cibo, rifiuti e macchinari. In una fattoria con il marchio Bio Suisse invece, all’entrata dell’azienda abbiamo trovato un animale morto e abbandonato da tempo. Per non parlare delle mucche costrette a vivere nel fango e non adeguatamente curate e pulite. Le risposte dei diretti interessati? Alcuni hanno riconosciuto i problemi promettendo di intervenire mentre altri non hanno voluto saperne respingendo sistematicamente le critiche. Ma in Ticino il benessere degli animali è davvero una priorità?
A parlarne nello studio di Patti chiari il presidente della società protezione animali di Bellinzona Emanuele Besomi, il veterinario cantonale Luca Bacciarini e il presidente dell’Unione contadini ticinese Omar Pedrini.