Il vaccino del covid ha segnato una svolta nell’evoluzione della pandemia. E come tutti gli avvenimenti importanti ha fatto discutere, ha diviso, ha portato a dubbi e paure.
Tra i contrari al vaccino, c’è anche chi è fermamente convinto che possa aver creato dei danni alle persone. Dei rischi per la salute. Come un’associazione che opera in Ticino e invita la gente a testarsi “per salvarsi la vita”. Attraverso un prelievo di sangue e un’analisi al microscopio afferma di poter individuare elementi nocivi presenti nel sangue a causa del vaccino e addirittura l’eventuale presenza di trombi. Niente di rassicurante, anzi.
Ma per fortuna dicono, c’è un rimedio. Una volta fatta la diagnosi, infatti, viene consigliata una terapia, a base di farmaci, anticoagulanti e estratti di piante.
Ma che fondamento c’è in questo test e nella diagnosi? E a che titolo una persona che non svolge una professione sanitaria consiglia dei farmaci?
Abbiamo indagato, ci siamo sottoposti in prima persona al test, abbiamo ascoltato la diagnosi, abbiamo chiesto un secondo parere e abbiamo analizzato la terapia proposta. Perché quando si parla di salute non si scherza, e soprattutto per parlarne bisognerebbe avere la formazione e le competenze.
Con noi in studio per discuterne Christian Garzoni, medico infettivologo.
Prese di posizione:
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