Guardia alta in Svizzera
Millevoci

Lotta e prevenzione al terrorismo e alle infiltrazioni criminali: a che punto siamo in Ticino e in Svizzera?

Con Antonio Bolzani

  • 02.11.2018
  • 53 min
  • keystone
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Jihadismo, cyberattacchi, spionaggio, criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose: anche la Svizzera non è al riparo da questo tipo di minacce e, proprio per questo motivo, considerando la delicata realtà internazionale odierna e la possibilità di atti terroristici anche nel nostro Paese, la Fedopol è molto attenta e attiva, sul piano della prevenzione e dei controlli. In generale si può affermare che il ruolo di tutte le forze di sicurezza (polizie cantonali e polizia federale) e militari nella lotta e nella prevenzione al terrorismo è di fondamentale importanza per garantire una rete di protezione efficace. A ciò si aggiunge il preziosissimo sistema di informazione di Schengen che è lo strumento più potente contro la criminalità internazionale ed è quindi fondamentale per la sicurezza interna. Negli ultimi anni si è però potuto osservare che i gruppi armati e terroristici sono sempre più organizzati e dispongono di armi e di strutture un tempo riservati agli eserciti degli Stati. La distinzione tra i diversi tipi di minaccia alla sicurezza e alla tranquillità di un Paese è diventata più difficoltosa, perché la categorizzazione dei possibili e potenziali attori in gioco è più sfumata e anche perché la tecnologia impone un continuo aggiornamento. Come ci si deve confrontare quindi con le nuove minacce? Si parla spesso di prevenzione: ma in concreto chi deve prevenire cosa fa, come si muove sul territorio, come si organizza e con chi collabora? Si può ancora affermare che la Svizzera è un Paese sicuro? Siamo davvero al riparo dal terrorismo di matrice islamica? Ne parliamo a Millevoci con Nicoletta Della Valle, direttrice dell’Ufficio federale di polizia (Fedpol), e con Matteo Cocchi, comandante della polizia cantonale.

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