E serve proprio a rendere visibili le cose, la letteratura, secondo Paolo Nori. O almeno, così scrive nel suo ultimo Chiudo la porta e urlo. Che racconta la storia di un poeta – chi meglio di un poeta può usare le parole per svelare il mistero? – che lo stesso Nori ama: Raffaello Baldini, che ha scritto tutta la vita in dialetto romagnolo. Ma poi, in realtà, il libro parla soprattutto di Nori stesso, e di tutti noi: con tono ironico, a tratti esilarante, montando con ritmo sincopato brevi frammenti narrativi, tutti singolarmente fulminanti. Il romanzo è nella cinquina dei finalisti del Premio Strega 2025.
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