Yitzhak Rabin
Alphaville

30 anni dall’assassinio di Yitzhak Rabin

È stata la fine della speranza?

  • Oggi
  • 27 min
  • Enrico Bianda e Cristina Artoni
  • Imago Images
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Sono passati trent’anni dall’assassinio a Telv Aviv di Yitzhak Rabin, avvenuto al termine di una manifestazione a favore degli accordi di pace, di fronte a migliaia di persone. A ucciderlo, sparandogli tre colpi di pistola da una distanza ravvicinata, un giovane estremista della destra religiosa, vicino al partito Kach, un partito messo fuorilegge perché razzista, Yigal Amir. Con la sua scelta di pace, Rabin era diventato il bersaglio della destra sionista religiosa. Tanto che allora un giovane della destra si era vantato di essere arrivato fino alla sua macchina e di poter, allo stesso modo, arrivare fino a lui. Quel giovane era Itamar Ben Gvir, attuale ministro della sicurezza nel governo di Netanyahu. Trent’anni fa con l’ assassinio di Rabin finiva la stagione di Oslo, una stagione di speranza per israeliani e palestinesi. Ma qual è il futuro in una società profondamente cambiata?

A confronto due ospiti: Lorenzo Cremonesi, inviato di guerra per il Corriere della Sera, dal Medioriente all’Ucraina. È stato anche per molti anni corrispondente da Israele. Ha pubblicato molti saggi, ricordiamo l’ultimo: Guerra infinita. Quarant’anni di conflitti rimossi dal Medio Oriente all’Ucraina uscito per Solferino e con Ugo Tramballi giornalista è stato inviato speciale in Medio Oriente, India e Africa. Editorialista di affari internazionali al Sole 24 Ore. Sul Medioriente il suo ultimo libro è Israele. Il sogno incompiuto (per Marco Tropea Editore 2008). Cura il blog “Slow News” sul sito del Sole 24h.

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